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Bove, il suo primo presidente a FR: “Giallorosso sin da piccolo. Se lo merita”

Bove, il suo primo presidente a FR: “Giallorosso sin da piccolo. Se lo merita” - immagine 1
Leandro Leonardi, guida societaria della Boreale Don Orione, prima squadra del centrocampista giallorosso, si è raccontato ai nostri microfoni: "Sono senza voce. È stata un emozione fortissima per entrambi"
Redazione

Dopo la magica notte dell'Olimpico, non sono di certo finite le emozioni per Edoardo Bove. Con il suo gol al Leverkusen si è preso la scena, portando la Roma ad un successo fondamentale in vista della gara di ritorno. Ieri aveva fatto una dedica speciale: "Il gol lo dedico alla mia famiglia e a chi c'è sempre. Loro ti aiutano a dare il meglio in campo" e tra chi c'è sempre stato e continua a seguirlo, c'è il Presidente della Boreale Don Orione, Leandro Leonardi. Proprio colui il quale l'ha visto muovere i primi passi con una palla tra i piedi, ci ha raccontato di più sulla persona di Edoardo Bove, sia dentro che fuori dal campo.

Che emozione è stata per lei che lo ha visto crescere e quanto si  merita una gioia così un ragazzo come Edoardo?“Se mi sente sono senza voce ed io allo stadio non grido quindi nell’esultanza per il gol ho perso la voce. È stata un emozione fortissima. Dire che se lo merita è una risposta troppo facile, però, in realtà, Edoardo è un ragazzo che lavora tantissimo. Quello che dice il mister (Mourinho) è la verità. È un ragazzo che corre tantissimo, non si accontenta mai e vuole sempre migliorare. Fa e ha fatto sacrifici enormi e questo sta alla base della prestazione, di quello che può sembrare un colpo di fortuna ma, in realtà, dietro c’è un lavoro e un sacrificio enorme che gli altri non vedono".

L’ha sentito dopo il gol di ieri? "Si, ci siamo visti allo stadio dopo la partita. Era super felice perché poi sono delle emozioni uniche".

Che ragazzo era sia dentro che fuori dal campo?"È un ragazzo che ha tantissimi interessi. Sicuramente il calcio è una priorità, è un professionista e quindi considera il calcio come una cosa primaria ma ha continuato gli studi. Fa l’università alla Luiss in Economia e Commercio, ha dei buoni profitti anche scolastici. Le parole del mister (Mourinho) hanno identificato in pieno Edoardo e tutte il lavoro che ha fatto in tutti questi anni, negli ultimi due ancora di più, anche perché affacciarsi al calcio dei grandi è un’altra cosa. Poter gestire le emozioni, gli allenamenti, sapere quando poter uscire e quando no, quando può stare con la fidanzata o non può starci. Sembra molto facile da fuori, perché uno vede solamente il mondo delle veline ma in realtà poi dopo è una vita fatta di ritiri".

Edoardo ha sempre avuto questa passione giallorossa?"Sempre, questo assolutamente sin da piccolo. Ha avuto questa passione per la Roma e per la palla. Ha sempre avuto la palla in mano. Lui ha giocato anche tanto a tennis fino a 11 anni. Lui è amico tantissimo con Flavio Cobolli che è un giovane tennista italiano molto bravo e loro sono molto legati perché oltre a giocare insieme a calcio alla Roma, giocavano a tennis in tutto il circuito giovanile. Poi a 12 anni, uno ha preferito la carriera, o era più portato per la parte calcistica, e l’altro ha scelto più il tennis. Il cuore giallorosso ce l’ha sempre avuto sin da piccolo".

Ha qualche aneddoto? "Sin da piccolo lui veniva in ufficio da me e stava sempre con la palla. Era dall’altra parte della stanza, nella stanza accanto, e stava tutto il giorno con la palla contro il muro da quando aveva due anni. Questa passione per la palla ce l’ha avuta da sempre e quindi è sicuramente una cosa che mi rimarrà sempre. Ce lo ricordiamo sempre entrambi. Quelle volte che avevamo qualche riunione importante si sentiva lui di là che palleggiava contro il muro".

Un augurio per il futuro? "Conoscendolo io so che lui non si accontenta, non pensa di essere arrivato e questo è una delle sue doti maggiori. Finché può arrivare a migliorare io sono convinto che lui continuerà a farlo.  Poi dove riuscirà ad arrivare in questo non lo so. Sicuramente non è un ragazzo che si accontenta di quello che ha. L’umiltà è una sua caratteristica fondamentale. Speriamo anche per il calcio italiano possa essere una risorsa. Lui già farà l’Under 21 e probabilmente farà gli Europei però, insomma, il calcio italiano qualche problematica ce l’ha. Vedere ragazzi giovani che giocano con la Roma, la Juventus, con il Monza e che possono, un domani, rappresentare la nazionale italiana è motivo d’orgoglio per tutti quanti. I Bove, i  Fagioli, i Miretti sono delle speranze per noi".