rassegna stampa

Turnover complicato e sgradito al tecnico: così Dzeko & Co. hanno pagato la fatica

LaPresse

Il tecnico ha mandato in campo dieci undicesimi della squadra che giovedì sera aveva perso a Moenchengladbach

Redazione

E' sempre una pessima notizia quando perdi la partita e il tuo miglior uomo in campo è stato il portiere., scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero.

La Roma ha pagato la bravura degli avversari e, soprattutto, le proprie debolezze. Fisiche, soprattutto. I giallorossi sono apparsi stanchi, assai poco brillanti, scarsamente reattivi. Troppi elementi, non solo quelli meno giovani, hanno infilato una prestazione insufficiente non tanto per l'impegno quanto per la (in)capacità di incidere sulla partita.

Paulo Fonseca non ama il turnover e, quindi, al Tardini ha confermato per dieci undicesimi la squadra che giovedì sera aveva perso a Moenchengladbach, con il solo Spinazzola al posto di Santon. Solo che l'ex atalantino si è presto (ri)fatto male, e così Santon è stato costretto a entrare già nel primo tempo. La stessa Roma di Germania, insomma. E pensare che il portoghese, vista la gente che aveva in panchina per ogni reparto, avrebbe potuto optare per una soluzione diversa: invece si è fidato dei soliti noti, ma non è stato ripagato.

Ovviamente nessuno sa cosa sarebbe accaduto se la Roma si fosse presentata al Tardini in una veste diversa, ma il dubbio che la squadra abbia pagato tanto (troppo...) i propri limiti di tenuta atletica resiste con forza.

Dzeko, ad esempio, si è visto solo quando ha ripreso duramente questo o quel compagno, ma lui non può riposare non essendoci alternative. Kolarov è in debito di ossigeno, Pastore non è sembrato quello scintillante di una settimana fa: i meno giovani, dicevamo, hanno faticato più di altri che non possono e non devono sentirsi esenti da responsabilità. Ha perso la Roma, in sintesi; non hanno perso questi o quelli. Ed è complicato nascondere la delusione.