Il feeling tra Friedkin e Fonseca è plateale. Pubblico. Niente di misterioso o di nascosto, anche se la proprietà non commenta mai il risultato della Roma, nel bene o nel male, dopo ogni partita. Silenzio di approvazione o di irritazione, scrivono Stefano Carina e Ugo Trani su Il Messaggero.
rassegna stampa
Torna in bilico la gestione tecnica. Fonseca si gioca il posto in un girone
Il portoghese viaggia più piano di un anno fa. La difesa è fragile e la zona Champions è di nuovo a rischio
L'allenatore, come recita già la clausola nel suo contratto, viene confermato solo se permetterà alla società giallorossa di partecipare alla prossima edizione della Champions (si giocherà il posto nel girone di ritorno). Addio in caso contrario.
La Roma è entrata in zona Champions alla fine dell'anno passato, il 23 dicembre battendo il Cagliari. Al 14° turno. La risalita con l'en-plein contro le formazioni meno quotate della serie A: 30 punti dei 37, con 10 successi su 10. Il resto è il misero raccolto con le big o comunque le rivali più attrezzate: 4 pareggi (5 contando quello di Verona poi perso per il pasticcio-Diawara) e 4 ko. Pesantissimi quelli contro il Napoli, l'Atalanta e la Lazio. Perché i giallorossi non si limitano a perdere. Vengono umiliati.
Chi affronta i giallorossi, ormai, prova a sfruttare la superiorità in mediana. Se con le piccole Fonseca riesce a venirne a capo perché i due esterni vincono spesso e volentieri i rispettivi duelli, allargando così il campo e permettendo alla qualità dei trequartisti di sfondare in mezzo, contro le grandi squadre questo non sempre accade. E qui arriva probabilmente il vero capo d'accusa nei confronti del tecnico: quello di restare inerme quando la partita non va come lui l'ha studiata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA