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Tiro, coraggio e l’ovazione: per Ola una serata speciale

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Il più debole si è preso la sua rivincita dopo le frecciate di Mourinho e lo scetticismo della piazza per i soli 6 minuti giocati in campionato fino a ieri

Redazione

Non poteva andare meglio l'esordio di Ola Solbakken da titolare all'Olimpico. Un gol che ha fatto esultare gli oltre 61 mila tifosi in tribuna, una rete inaspettata arrivata contro ogni pronostico, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Il più debole si è preso la sua rivincita dopo le frecciate di Mourinho e lo scetticismo della piazza per i soli 6 minuti giocati in campionato fino a ieri. E quando a José è stato chiesto di eliminare qualcuno dalla lista Uefa, la scelta è ricaduta proprio sul norvegese. Magari dopo la gara di ieri si starà mangiando le mani, anche perché avrebbe fatto comodo giovedì contro il Salisburgo vista la possibile assenza di Abraham per la forte contusione al volto. Solbakken si è piazzato accanto ad El Shaarawy e dietro la punta (prima Tammy, poi Belotti), ha calciato le punizioni e gli angoli, ha provato a smistare i palloni a centrocampo con poco successo ed è stato anche ripreso da Bove per un appoggio di testa impreciso. Al 21' gli è arrivata una palla interessante in area, lui l'ha domata, ha provato eludere la difesa, ma alla fine è stato smarcato. Sembravano segnali di una prestazione insufficiente, ma poi è arrivato il gol al 45' del primo tempo che ha cambiato la storia della partita. Spinazzola lo ha visto inserirsi in area, gli ha passato la palla di tacco e lui di prima intenzione l'ha indirizzata di sinistro verso il secondo palo battendo Montipò. Tutti i compagni sono corsi ad abbracciarlo, il pubblico ha lasciato partire un urlo liberatorio e poi ha gridato il suo nome.