E alla fine, si torna alle origini: Gian Piero Gasperini. Il preferito di Ranieri era noto: c’erano stati contatti a febbraio, poi raffreddati dal tempo e nel tempo. Il sali/scendi di umori tra Gian Piero e l’Atalanta hanno fatto sì che il discorso con Ranieri e i Friedkin restasse open. Dall’ultimo incontro con la proprietà nerazzurra, infatti, è uscito un fumo grigiastro, tendente al nero. Da qui, l’accelerazione e probabilmente la svolta. La Roma e Gasp - scrive Alessandro Angeloni su 'Il Messaggero' - sono in piena trattativa, manca la bottiglia da stappare. Gian Piero, a Bergamo, non poteva andare oltre quanto già fatto in nove anni. Il trading dei giocatori resta la stella cometa di quel club, mentre lui desiderava lanciarsi in avanti e vincerlo quel titolo. E per farlo, bisognava alzare il livello degli investimenti e/o temporeggiare sulle cessioni dei big. A quanto pare, questo non è stato possibile ed ecco che Gasp si è rimesso sul mercato (romanista), cercando nuovi stimoli. La Roma, che già sapeva di certe problematiche, era pronta ad accoglierlo e a mettergli in mano la ricostruzione della squadra. Gli ultimi contatti con i giallorossi sono positivi e i problemi (legati alla rosa, su tutti i ruoli di Paredes e Dybala) evidenziati in passato, potranno essere superati. In questo senso ha avuto rassicurazioni. Per lui sarebbe pronto un triennale, da 15 milioni più bonus. Serve il sì definitivo.
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Il Messaggero
Svolta Gasperini
Il tecnico ha deciso di lasciare Bergamo, i Friedkin vogliono affidargli un progetto triennale. Dopo i dubbi di febbraio, ieri l'accelerazione: Gian Piero si è convinto, adesso manca l'annuncio
La Roma lo aveva individuato, ha aspettato, sondando altre strade, ora è pronta ad accoglierlo. Nelle ultime ore aveva anche accarezzato l’idea Fabregas, sempre in alternativa a Gasp. Cesc non era convinto di fare subito il salto in avanti. Finché non arriva la firma, è lecito tenere il piede in più scarpe. Venerdì è atteso in Italia il manager di Terzic, contattato dopo l’esonero di De Rossi. L’ex allenatore del Dortmund è quel profilo internazionale di cui si parla a Trigoria: giovane, esperto in campo europeo e con idee tattiche molto chiare. Il problema è che con lui si dovrà ricominciare daccapo, con tutte le controindicazioni ovvie per un tecnico straniero alla prima in Italia.
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