Ormai è lontano il ricordo-incubo di Bodo-Roma, in ottobre, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Era la fase a gironi, forse si stava scherzando, con quella formazione rivoluzionata e inadeguata. Stavolta, niente scherzi, si fa sul serio: clima rigido, campo sintetico, come all’epoca. Presupposti totalmente diversi. Non ci sono esperimenti da fare, né messaggi da lanciare: in campo vanno i migliori, anche se c’è chi si porta appresso qualche acciacco di troppo (vedi Smalling). Siamo ai quarti di finale e la Roma, questa Conference League, la vuole. Alzare un trofeo ha sempre senso, specie per una piazza come questa che non vince da un’eternità. E ora che sulla panchina dei giallorossi, c’è un allenatore che di vittorie ne sa, sperare è lecito. Specie ora, che si giocano i quarti di finale. Immagina, Mourinho, quanta soddisfazione regalerà/regalerebbe ai tifosi della Roma, che sono a secco da anni. José deve rinunciare a Zaniolo e Veretout, mentre il suo collega, Kjetil Knutsen, rischia di fare a meno dell’uomo migliore del Bodo, il febbricitante Ola Solbakken (una doppietta nella sfida di ottobre, ieri non si è allenato), che piace a Tiago Pinto, tanto da inserirlo tra gli obiettivi per la prossima estate. “Sono felice di tornare a Bodo, l’unico mio problema è il campo sintetico, il calcio si deve giocare sul naturale, altrimenti è un altro sport. Dobbiamo raggiungere le semifinali e speriamo di fare meglio della prima volta, non ci sono scuse legate al clima. Sarà diverso stavolta. Abbiamo un squadra diversa come giocatori ma anche come fiducia e motivazione. Siamo rimasti noi e Atalanta, vediamo di fare qualcosa di positivo in Europa", le parole di Mourinho dalla Norvegia.
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Il Messaggero
Stavolta si fa sul serio: Mourinho cerca la rivincita
Clima rigido, campo sintetico, come a ottobre. Presupposti totalmente diversi
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