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Il Messaggero

Stanchi alla meta. La finale di Claudio tra arte di difendersi e dovere di attaccare

Stanchi alla meta. La finale di Claudio tra arte di difendersi e dovere di attaccare - immagine 1
La Roma insegue la Champions, l'Inter lo Scudetto: per entrambe uno snodo decisivo. Ranieri è in frenata dopo la rincorsa, Inzaghi mostra nervosismo e ha in testa pure il Barça
Redazione

Diciassette, tutte d'un fiato. Senza una sconfitta, che nei primi mesi della stagione era pure brutta abitudine. Questo il passo della Roma di Claudio Ranieri, un trend da Scudetto, uno specie di miracolo vista la rosa non all'altezza per i grandi obiettivi. La Roma è arrivata alla meta un po' stanca, a spinta. Ma proprio ora c'è bisogno di tirar fuori quello che non sia ha (più), serve un'altra impennata: vincere domani a San Siro. Non ci voleva l'Inter come prima avversaria di questo decisivo rush finale. Ranieri ha confessato di credere poco al quarto posto, nonostante la Roma ne sia lontana soli tre punti. Lo scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Il tecnico sa bene che il gruppo ha speso energie per risalire in classifica tanto che nelle ultime tre gare ha portato a casa "solo" due pari e una vittoria. Domani a San Siro servirebbe una vittoria per restare agganciati al treno e la Roma proverà a ottenerla, consapevole dei limiti fisiologici di questo finale di stagione. Calciatori come Paredes, Saelemaekers e Angelino sono in flessione, l'assenza di Dybala là davanti comincia a farsi sentire. La differenza può farla l'aspetto psicologico: l'Inter si gioca molto di più. Provarci significa osare, mostrare personalità, anche a costo di tornare a casa con una sconfitta che lascerebbe alla Roma la speranza di raggiungere l'Europa League, che sarebbe comunque miracoloso.