Fonseca tira dritto. Terzo posto, filotto di successi con le squadre dal decimo posto in giù (all'appello manca soltanto lo Spezia, avversario il 23 gennaio all'Olimpico), squadra che produce un buon calcio e la sensazione che insieme al gruppo, il portoghese inizi a pensare a qualcosa in più dell'attuale podio, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Lo si intuisce dalla convinzione dei calciatori, dalle parole che lasciano in sospeso qualcosa che appare ad oggi inimmaginabile e innominabile. Il portoghese sinora non ha mai parlato (giustamente) di obiettivi diversi dalla qualificazione in Champions ma in un torneo così anomalo, intuisce che c'è spazio per la sorpresa.
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Roma, ritocchi scudetto
C'è la sensazione che, insieme al gruppo, Fonseca inizi a pensare a qualcosa in più dell'attuale podio
Roma-Inter di domenica è un esame che non deve spaventare. Perché se è vero che la Roma non è stata costruita per competere per lo scudetto (e gli scontri diretti sin qui lo confermano), allo stesso tempo ha il dovere di lottare sino alla fine. In quest'ottica Paulo va aiutato. Perché il portoghese il suo lo sta facendo. Ora serve che la società completi il lavoro che in estate, anche per un closing tardivo (17 agosto), è stato lasciato in sospeso. "Ho fatto dei nomi a Tiago Pinto, conosce i giocatori di cui ho bisogno". Il messaggio è chiaro. Tradotto: calciatori pronti. Per questo motivo la priorità va all'attaccante: El Shaarawy o Bernard. Calciatori diversi ma entrambi possono arrivare con formule favorevoli: il Faraone in prestito, il brasiliano attraverso uno scambio con Olsen.
Fonseca amerebbe anche un vice Veretout, disposto a sacrificare Diawara. In Italia piace Amrabat che sta trovando difficoltà con la Fiorentina, disposta a privarsi anche di Duncan. Giocatori pronti, maturi.
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