(Il Messaggero - U.Trani) Zdenek Zeman torna stasera a San Siro. Il 1° settembre del ’91, proprio contro l’Inter, debuttò qui in serie A con il Foggia. Senza perdere, 1 a 1, e spaventando i neroazzurri, con il vantaggio di Baiano, attaccante simbolo del suo circo in Puglia. Adesso, dopo 21 anni, nello stesso stadio la sfida è soprattutto a se stesso. «La Roma è quella che si è rafforzata di più sul mercato e Destro è in assoluto il colpo migliore». Il tecnico di Praga non vuole alibi sul ruolo dei giallorossi in questo torneo. «Non possiamo accontentarci di partecipare. Dobbiamo dimostrare di poter competere con le grandi». Il gruppo, però, deve seguirlo. «In questo campionato ci sono calciatori più forti dei miei. Ma spero di formare una squadra che sia più brava delle altre. Non dipenderà dalle individualità ma da come i giocatori si comporteranno stando insieme. Se capiranno che è fondamentale aiutarsi e sacrificarsi ci riusciremo».
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«Roma regina del mercato»
(Il Messaggero – U.Trani) Zdenek Zeman torna stasera a San Siro. Il 1° settembre del ’91, proprio contro l’Inter, debuttò qui in serie A con il Foggia.
Andrea Stramaccioni, ex allenatore delle giovanili giallorosse e ora sulla panchina dell’Inter, ha 36 anni ed è il più giovane della A. Quando Zeman venne qui nel ’91, per la sua prima gara nella massima serie, ne aveva già 44. Oggi è il più anziano del campionato e, guardando in faccia il giovane collega, si tiene stretta la sua lunga gavetta nelle categorie inferiori. «Io non lo conosco bene. Me ne hanno parlato in modo positivo tanti che hanno visto il suo lavoro a Trigoria. Io, però, resto della mia idea. Meglio formarsi facendo tutte le tappe. Per provare e riprovare. E scoprire le difficoltà. Lui non le ha trovate, altri sì. L’hanno scorso ha dimostrato di poter dare molto. Sta cominciando. Io, però, rimango della mia visione: l’esperienza è importante per un campionato come il nostro». Senza criticare Moratti che in passato lo avrebbe voluto in nerazzurro: «Cose antiche. Qualche possibilità c’era, ma in quel momento ero impegnato moralmente con un’altra società».
La Roma, dopo il pari deludente di domenica scorsa, si deve riabilitare agli occhi della sua gente e anche del suo allenatore. «Contro il Catania siamo stati troppo attendisti. Non dobbiamo aspettare. Anche perché l’Inter può fare tutto. Non gioca solo in contropiede». Il test è impegnativo, anche se il torneo è appena partito. Per questo Zeman non può pesare nemmeno gli avversari. «Nessuna squadra è al meglio. Bisogna vedere chi tra noi e loro è più avanti in questo momento. La Roma e l’Inter hanno cambiato abbastanza. Penso che ancora cercano dei giusti equilibri». È spavaldo. «Non mi preoccupa niente. Spero che la mia squadra vada a Milano a giocarsi la partita. Si può vincere o si può perdere, ma io mi auguro che riusciamo a giocare un buon calcio. L’Inter è una grande. A me piacciono queste sfide. Sai che giochi contro gente forte, devi cercare di dimostrare che sei più forte». Non sente la pressione: «Sono contento, a me fa bene e spero che aiuti anche i ragazzi a esprimersi al meglio. La gente si aspetta tanto, io conto che la squadra dia tanto».
È aziendalista da sempre. Ma su Bojan conferma che se fosse stato per lui lo avrebbe tenuto. Non è stato però in grado di convincerlo: «È un giocatore bravo. Ma prima di cominciare il ritiro il suo entourage ha chiesto tanto minutaggio, cosa che non gli potevo garantire. Lui è un ragazzo che vuole giocare. Fisicamente non stava al meglio e non poteva scendere in campo. E non ha avuto pazienza. E la società ha i suoi progetti. Io conosco l’ambiente e mi aspettavo quella reazione per la sua partenza. Ha la faccia da bambino, è simpatico: era diventato il figlio di tutte le mamme di Roma. Non c’è da meravigliarsi nemmeno se arriva il terzo portiere: tutte le squadre in A ne hanno tre. Insomma non mi manca niente. Se provo Taddei a destra è normale: non ho solo undici titolari ma ventitré. Davanti ho perso tre attaccanti, ma ne ho avuti tre. Ho promosso Tallo».
Non nomina mai Bergonzi. Ma sulla prima giornata non è contento del rendimento degli arbitri. «Io non posso complimentarmi con loro. Ho visto errori nella partita con il Catania e anche in altre. Quindi non sono andati bene. Ma ho semre detto che si può sbagliare. Anche se poi le novità hanno funzionato: un gol era dubbio, senza il giudice di area non sarebbe stato dato». Guarda caso alla Juve, riferimento non casuale.
Zeman, domani mattina in Campidoglio e alla presenza del sindaco Alemanno, riceverà il premio Sportivo d’Elite “Avversari si, nemici mai”.
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