La parola d’ordine del nuovo corso è semplice e al tempo stesso abbondante, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Basta dire equilibrio per riconoscere la Roma. Quello di Fonseca nella comunicazione all’interno (e all’esterno) e nel metodo in allenamento (e in partita). E quello della squadra nella partecipazione dentro lo spogliatoio e nel comportamento in campo.
rassegna stampa
Roma, prova di forza
La Champions a portata delle romane Fonseca dalle macerie ha creato il gruppo
Il gruppo è preparato e unito. Pronto, dunque, a studiare per diventare grande. Senza spaventarsi davanti a qualsiasi esame. Ha la personalità per affrontarlo. Con la spavalderia o l’umiltà. La tappa di Verona ha certificato lo spessore degli interpreti giallorossi. Vincere, pure sporcando la prestazione. Lancione per il gol o per scaraventare il pallone in tribuna. Gesto raffinatoo essenziale.
La prova di forza del Bentegodi ha confermato la regolarità della Roma. Il rendimento lievita di partita in partita: 5 successi nelle ultime 6 di campionato. In casa 14 punti conquistati proprio come in trasferta. E vantaggio di 8 punti in classifica sulla gestione Di Francesco, con 3 reti in meno subite e 2 in più realizzate. Fonseca è riuscito a trasmettere la sua idea. Che non prevede sempre la stessa recita perché davanti c’è pure l’avversario con le sue caratteristiche.
Dominio, gestione e praticità: la formula va scelta nella preparazione del match. L’azione del gol di Kluivert, come ha raccontato Pellegrini, è cominciata a Trigoria, la scorsa settimana: lezione del portoghese imparata amemoria. Le conoscenze dei giocatori sono, insomma, aumentate. Il datosul possessopalla nella sfida di Verona evidenzia come l’allenatore abbia deciso di vincere cambiando proprio lo spartito: ecco il più basso (42,2 %) nelle 14 gare di questo torneo.
Fonseca ha conquistato il gruppo con la chiarezza. Ha sempre gurdato in faccia il suo interlocutore per spiegargli ogni decisione. Niente bluff di parola. Lo dimostrano le recenti esclusioni di Florenzi e Fazio. Dentro i giovani, se sono in forma, e fuori i senatori, se non sono al top. La regola è la stessa per qualsiasi interprete. Formazione di partenza confermata per dieci-undicesimi contro il Verona nonostante la stanchezza scontata dopo la gara di Istanbul. Spazio ai migliori del momento. Usando i panchinari quando e dove servono. Mai l’improvvisazione e nemmeno il contentino. Inutili nella corsa Champions, come qualsiasi distrazione (e l’allenatore ha evitato che ci fosse) sul cambio di proprietà.
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