Roma-Juventus: una signora partita

Rieccolo quel vecchio sapore di Roma-Juve. Quando ci si giocava qualcosa, quando da queste parti era quasi un derby. Ne abbiamo viste di tutti i colori, specie giallo e rossi, con cui si è tappezzato l'Olimpico per la grande occasione. E domenica sarà uguale: stesso palco, stessa passione, stessa tensione. Roma contro Juve, ci sarebbe da fare una serie televisiva, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Magari in sigla con un Roberto Pruzzo che sventola la maglia come una bandiera, che non la butta a terra come uno straccio vecchio (come maldestramente hanno fatto altri), ma la mostra, la esibisce alla sua gente. Una bandiera sotto la Curva, nella Curva: segna Graziani, poi il bomber, quindi Cerezo. La Juve rischia di perdere lo scudetto, era il 16 marzo del 1986. La rimontona era completata, è mancato il vessillo, come diceva Di Bartolomei, che di Roma-Juve ne ha vissute altre e tante. Quando ad esempio un cane poliziotto diede un morso a Brio, il cacciatore di bomber, sulla pista di atletica, alla fine del primo tempo. Era la Roma del divino Falcao, che perdeva sia all'andata sia al ritorno con la Juve di le Roi Platini, ma poi quello scudetto lo vinse Liedholm, e lì sì, il vessillo è stato ben esposto. Domenica non c'è lo scudetto, ma qualcosa che vale lo stesso, come quando la decise Dzeko, appena arrivato, che festeggia in stile Pierino Prati. Ci si gioca la Champions, necessaria a entrambe, che vengono da una stagione di contraddizioni, con i bianconeri votati per lo scudetto ei giallorossi subito in crisi, poi con il trend invertito. La Roma, che da quando c'è Ranieri tiene un passo scudetto, si tro va a un passo dall'agganciare i rivali di sempre e poi si vedrà. Roma-Juve è stata piena di tensione anche quando i giallorossi non lottavano per nulla e i bianconeri, come sempre, per lo scudetto. E' stata la sfida del popolo contro la borghesia, di quelli giusti contro quelli sbagliati, da queste parti si è sempre letta - a torto o a ragione - in questo modo.