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rassegna stampa

Roma, James sta con Paulo

LaPresse

Il cambio di proprietà all’orizzonte, il ruolo di Petrachi e degli altri dirigenti: Fonseca si isola e lavora per la Champions. Pallotta lo esalta: "È il meglio che c’è"

Redazione

Sabatini li chiamava centri di potere. Era il 2017 e il ds, ormai uscente, li aveva individuati a Roma (Trigoria), Londra (Baldini), Boston (Pallotta) e in Spagna del futuro (ora già ex) ds Monchi.

Passano gli anni, cambiano i protagonisti, non le dinamiche, scrive Stefano Carina  su Il Messaggero.  Ciclicamente le scosse telluriche si ripresentano. Figuriamoci ora in un momento di transizione. Ad accendere la miccia, dopo la pubblicazione dei conti in rosso, ci ha pensato Petrachi a Sky tracciando uno scenario inquietante.

In primis, sulle strategie future: "È inutile dire se c’è a disposizione x o y, se non sai che giocatori devi vendere, che valutazioni puoi fare?". Poi alimentando più dubbi che certezze sulla permanenza di Zaniolo e addossando a Pellegrini l’eventuale responsabilità di un addio, chiamando in causa la clausola rescissoria.

Scivoloni che si sommano ai rapporti deteriorati dentro al club. Con Baldissoni il feeling non è mai nato. Nei mesi il ds ha poi perso l’appoggio del segretario Longo e quello di Fienga che gli rimprovera un’esposizione mediatica fuori luogo che ha causato un’inchiesta della Procura Federale (Dzeko), il fallimento dello scambio Politano-Spinazzola (con le frasi sul rapporto Ausilio-Marotta quando gli agenti sembravano aver ricucito) e pruriti tra i calciatori.

Fienga, dal canto suo, si attendeva un esito differente dalla trattativa con Friedkin.  Il Ceo - che può contare su Calvo - ne ha preso atto, adeguandosi ma non condividendo. Pallotta non sembra essersela presa più di tanto. Ieri, nel tessere le lodi di Fonseca ("Non potrei essere più felice di Paulo", ha detto al sito del club) ha menzionato proprio il Ceo ("Ci lavora davvero bene") e non ad esempio Petrachi.

Intanto il presidente ha richiamato Baldini, alimentando il nervosismo del ds anche se poi è Fienga a parlare con la Juve. Il vicepresidente Baldissoni è scomparso dai riflettori, nonostante qualcuno dentro la società lo vorrebbe di nuovo al timone.Con l’arrivo diFriedkin era prossimo ai saluti, adesso rimane in bilico ma può ancora giocarsi la carta-stadio. Si rivelasse vincente,cambierebbero di colpo il suo destino, quello di Pallotta e della Roma.