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rassegna stampa

Roma, allarme gialloRosso

La relazione del Cda rivela un passivo in bilancio di 126 milioni. Senza il pass per la Champions, l’unica via è il paracadute delle plusvalenze con la cessione dei pezzi pregiati della rosa

Redazione

Il paradosso è che più dei numeri (rosso di bilancio a -126,4 milioni e indebitamento complessivo salito a 280,5 milioni) già di loro preoccupanti, sono le parole utilizzate nella conclusione della relazione del Cda giallorosso a lasciare un senso di profonda inquietudine sul futuro della Roma, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.

Si legge: "Gli amministratori valutano che gli eventi e le circostanze descritte possano far sorgere dubbi significativi sulla capacità della società di continuare ad operare come un'entità in funzionamento e ritengono che, in considerazione del contesto considerato, sussistano incertezze significative". Il documento è stato redatto in vista dell'Assemblea dei soci del 29, resa necessaria perché la perdita dell'esercizio attuale ha determinato una situazione di riduzione del patrimonio netto del club per perdite che integra la fattispecie di legge prevista dall'art. 2447 del Codice Civile (riduzione del capitale sociale per perdite d'esercizio di oltre un terzo). Proprio per ovviare a questa situazione, Pallotta nei giorni scorsi ha effettuato un'operazione di factoring dove la Neep (controllante dei giallorossi), supportata dalle banche, ha anticipato in prestito circa 26 milioni al club (30 milioni è l'importo lordo) riservandosi poi di rivalersi sui flussi di cassa futuri legati al botteghino.

Tecnicismi finanziari a parte, il discorso si sposta sulla squadra e sul ridimensionamento che rischia qualora Fonseca non dovesse centrare il quarto posto (che porta in dote 50-60 milioni).

Al momento la via più percorribile sembra essere quella della cessione di "asset aziendali disponibili", ossia calciatori. In primis perché Pallotta e i soci che lo affiancano (come evidenzia l'ultima operazione finanziaria, un prestito) non intendono più immettere capitali a fondo perduto.

Trovare infine nuovi soci che non ragionino con la logica dei rider, come fa ad esempio DaGrosa, ma con quella dell'imprenditore alla Friedkin appare difficile. Ergo, vendere calciatori rimane la strada più semplice.

Se a Trigoria garantiscono che la cessione dei due gioielli Pellegrini e Zaniolo va considerata una sorta di extrema-ratio che l'attuale dirigenza è convinta di poter evitare con la partenza di altri elementi (Kluivert, Under, Cristante, Schick, Florenzi, Riccardi, oltre agli esuberi) è inevitabile che alla mente tornino le considerazioni di Pallotta riguardo l'incedibilità di Alisson, Salah e tanti altri.