rassegna stampa

Raggi: “Lo stadio si farà”. Gli esperti: “Tante falle”, e la base M5S si divide

La sindaca: "Inizio dei lavori entro l'anno". Il Politecnico di Torino avverte: "Il nostro è un sì condizionato"

Redazione

Ore 10.45, Virginia Raggi fa il suo ingresso nella sala della Protomoteca, palazzo del Campidoglio. Tutto l'allestimento imbastito dai comunicatori M5S - le slide, i dirigenti della Roma in prima fila, i sorrisi da festa - è pensato per veicolare un messaggio, che diventa un hashtag: "Lo stadio si fa".

Nonostante tutto, viene da dire poi, scrivono Lorenzo De Cicco e  Stefania Piras su Il Messaggero, nel pomeriggio, quando sul sito del Comune compare il parere scritto del Politecnico di Torino, fino a quel momento illustrato solo a voce.

E lì l'operazione di maquillage mediatico comincia a sfarinarsi. Perché la relazione degli esperti piemontesi, chiamati da Raggi per avere un conforto "tecnico" sull'operazione dopo gli arresti per corruzione di giugno, conferma tutte le perplessità trapelatecon la prima bozza consegnata a dicembre. "Blocco totale" della viabilità, l'impatto "catastrofico" se la malandata Roma-Lido non diventerà una metropolitana tipo quelle di Londra, le opere del piano trasporti giudicate tutte, da sole, "non sufficienti".

"Il nostro è un sì condizionato - dice in conferenza stampa il professor Bruno Dalla Chiara estensore della relazione- il problema del traffico c'è, ma ci sono anche soluzioni, quelle indicate dal Comune nel Piano urbano della mobilità sostenibile". Senza aggiungere, come viene sottolineato invece nel parere, che per realizzarlo ci vorranno dai tre ai "10 anni". E che prima lo stadio non potrebbe aprire, pena il collasso della circolazione.

Raggi invece si è detta convinta che i cantieri possano partire "entro fine anno", tanto che Mauro Baldissoni, vicepresidente esecutivo della Roma, commentava: "Ora si può lavorare, è tempo di costruire".

Ma chi? La società Eurnova, che dopo l'arresto di Parnasi è guidata da un nuovo Cda, che a fine mese volerà negli Usa per vendere terreni e progetto a Pallotta. Un pacchetto da 100 milioni, accordo praticamente fatto.

Fino al 2016, i grillini si opponevano fieramente a Tor di Valle e dopo l'inchiesta per tangenti dell'estate scorsa la pattuglia degli scettici si è rafforzata. Il parere molto critico del Politecnico non ha fugato i dubbi. Per i consiglieri di maggioranza leggere quella relazione non è stato rassicurante. "C'è un'inchiesta aperta sullo stadio, bisogna avere un quadro anche dai giudici oltre che dai professori", ragionava il presidente della Commissione Bilancio, Marco Terranova. Sono contrari anche i consiglieri più legati alle origini del M5S, che tra le opere di interesse pubblico non annoverava gli stadi, come Agnese Catini, Alessandra Agnello, Gemma Guerrini.

Hanno parlato invece di "buona notizia" il ministro dell'Interno, Matteo Salvini e lo stesso Beppe Grillo, mentre Di Maio in un post si è "complimentato" con la sindaca. Ma la partita dentro al M5S romano non è ancora chiusa. Ieri sera è andata in scena una riunione in cui sono emersi tutti i dubbi, e le paure, che girano attorno al progetto Tor di Valle.