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Il Messaggero

Papere, pali e nervi tesi: tonfo Roma

Papere, pali e nervi tesi: tonfo Roma - immagine 1
A Udine tracollo imprevisto e imprevedibile, nella forma e nelle proporzioni.

Redazione

Un erroraccio per tempo, di Karsdorp e Rui Patricio, condanna la Roma alla prima sconfitta stagionale (i giallorossi non perdevano in campionato dal 9 maggio, 2-0 in casa della Fiorentina), scrive Stefano Carina su Il Messaggero.

L’uno-due nel finale, con la parabola beffarda di Pereyra (con l’ex Wolves ancora incerto) e il contropiede concluso da Lovric, trasforma invece il ko in un tracollo imprevisto e imprevedibile. Nella forma e nelle proporzioni.

E nemmeno a dire che alla vigilia Mourinho non avesse avvisato ambiente e squadra sulla pericolosità dei friulani. Quello che però José non poteva prevedere erano le gaffe dell’olandese e (quelle ripetute) del portoghese.

La prima dopo appena 5 minuti, quando il terzino, appoggiando di petto al portiere, non si è accorto che dietro di lui c’era Udogie, lesto a spedire in rete. A quel punto restavano 85 minuti per tornare in partita ma ancora una volta, come accaduto a Torino contro la Juventus, i giallorossi hanno faticato ad alzare il baricentro, rimanendo lunghi e vulnerabili alle ripartenze della squadra di Sottil.

Poi, quando José ha provato a ridisegnare la squadra con l’inserimento di Belotti, è toccato a Rui Patricio fare harakiri. Non solo sul 2-0, ma anche sulle altre due reti (nell’ultima il pallone gli passa tra le gambe). La Roma perde così l’occasione di tornare in vetta e si assesta nel gruppone (nel quale c’è sorprendentemente anche l’Udinese) che attende oggi il risultato dell’Atalanta, impegnata a Monza.

E pensare che dopo 28 secondi, Dybala sembrava voler far subito capire che aria tirasse alla Dacia Arena. Emulando il primo gol al Monza, Paulo parte palla al piede e si fa tutta la metà campo friulana. Stavolta, però, una volta entrato in area allarga troppo il mancino con il pallone che finisce a due metri dal palo destro di Silvestri. Finisce 4-0 (debutto nel finale di Camara) e la Roma, dopo un’estate a sognare, torna con i piedi per terra.