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Roma, riparte lo scarica barile. Pallotta: “Alibi finiti, fuori gli attributi”

LaPresse

Il presidente: "Contro il Napoli peggio della sconfitta di Ferrara. Il tempo delle scuse è finito"

Redazione

Sarebbe apprezzabile che a Trigoria, Boston e Londra qualcuno si assumesse delle responsabilità invece di perseverare con uno scaricabarile stucchevole e poco credibile, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero.

L'ultima lezione in casa Roma su come lavarsene le mani è stata impartita dal presidente James Pallotta che, con un comunicato stringato dettato dagli Stati Uniti e affidato all'account Twitter del club, ha raccontato la sua verità senza fare un accenno di autocritica: "Tutti sanno cosa è andato storto quest'anno e per questo abbiamo dovuto cambiare. Ma il tempo delle scuse è finito. La partita con la Spal è inaccettabile, quella di oggi (ieri, ndc) è stata anche peggiore. I giocatori devono lottare e mostrare che hanno le palle. Nessuno ha più alibi".

Dal punto di vista del presidente, quindi, le responsabilità sono da dare ai giocatori perché vili e codardi, ma allora come mai è stato esonerato Di Francesco? È singolare osservare che il capro espiatorio del presidente cambi da una settimana all'altra: prima il direttore sportivo («Ask Monchi» rispondeva il presidente a chi gli chiedeva conto della sconfitta umiliante di Firenze), poi gli arbitri, a seguire di Di Francesco e adesso i giocatori. E pensare che ad agosto scorso Pallotta diceva: "Questa è la mia Roma più forte".

I calciatori si difendono (il portavoce è Manolas), affermando che la colpa di tanta inefficienza è dare ai troppi infortuni muscolari (41) che hanno decimato la squadra e non hanno mai permesso ai giallorossi di giocare al completo.

L'ultimo arrivato è Ranieri che ha preso il comando di una barca che fa acqua da tutte le parti e che di certo non ha colpe se non quelle legate ad aspetti tattici, ma anche lui punta il dito verso lo stato atletico dei giocatori e quindi sull'ex allenatore (in caso di esonero non sarà richiamato Di Francesco). In un far west mediatico, Franco Baldini resta in silenzio tra Londra e Città del Capo e lavora sull'allenatore di domani che potrebbe essere Maurizio Sarri.