Ora Olsen non ha più scuse. Perché se con Di Francesco ci poteva essere l’alibi di una difesa alta (anche se negli ultimi tempi Eusebio ne aveva abbassato il raggio d’azione) e più esposta agli attacchi avversari, adesso con Ranieri anche questa attenuante viene meno, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
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Olsen, c’è nuova vita dietro il muro che gli ha costruito mister Claudio
Nella corsa alla Champions la Roma ha necessità di registrare la difesa e serve che il portiere svedese regali tranquillità ai compagni di reparto
Difesa bloccatacon tre centrali su quattro elementi nella prossima trasferta di Ferrara. In un assetto del genere, con il Copenaghen, nella stagione 2016-17, non incassò reti in 27 partite, 19 in campionato, record in Danimarca.
Ranieri in porta ha scelto Olsen che tuttavia anche contro l’Empoli non ha convinto. Quello che sorprende del gigante svedese è l’involuzione che lo ha portato negli ultimi match a non azzardare mai le uscite. Nemmeno quando il pallone vaga ad altezza uomo nell’area piccola del portiere, territorio di sua completa competenza.
Nella corsa alla Champions, la Roma ha necessità di registrare la difesa (attualmente è la decima del torneo: 37 reti subite in 27 gare). Ranieri lo sta facendo sia attraverso le scelte sia chiedendo ai difensori di giocare meno il pallone. Ora, però, serve che Olsen regali tranquillità ai compagni di reparto. Facendoquellochesa faremeglio:parare il parabile. Anche perché Mirante èpronto.Econtinua a lavorare sapendo cheprima o poi potrebbearrivare lasuaoccasione.
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