Un pezzetto alla volta, si vanno precisando sempre meglio i confini del progetto del nuovo stadio della As Roma a Pietralata. In un documento, pubblicato sul sito istituzionale del Campidoglio emergono le questioni archeologiche, con gli scavi che dureranno almeno fino a fine aprile, e aggiornamenti sulla mobilità. Una tempistica che, quindi, conferma che il progetto definitivo dell’opera non potrà arrivare se non dopo la conclusione delle indagini archeologiche e quindi, molto difficilmente prima di giugno prossimo. Questione viabilità. Come spiega Fernando Magliaro su 'Il Messaggero', nella versione del progetto fino a oggi ufficializzata, si parlava di tre ponti ciclopedonali. Quello della stazione Tiburtina diventa un elemento più semplice, corto e perpendicolare rispetto alla piazza e alla stessa stazione. Quello di via Livorno sarà limitato al semplice scavalcamento del fascio dei binari ferroviari. Da ultimo, anche quello di via dei Monti Tiburtini, appare decisamente semplificato nel disegno. Su via dei Monti Tiburtini, poi, compare una nuova ipotesi di progetto per realizzare la viabilità dedicata alle ambulanze e ai mezzi di soccorso per l’adiacente ospedale Pertini attraverso un anello che scavalca la stessa via Monti Tiburtini.
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Nuovo stadio della Roma, ecco il piano viabilità. Il nodo scavi archeologici
Ora, per la prima volta, si precisa dove i progettisti della società giallorossa immaginano di collocare l’anfiteatro, dove potranno essere fatti concerti, proiettati film e altre attività. La società giallorossa ha presentato alla Soprintendenza un progetto per condurre gli scavi di archeologia preventiva. La Roma ha chiesto, e le Belle Arti hanno accettato, di dividere in due parti questi scavi. La Roma ha proposto di realizzare scavi da quattro metri di larghezza e un metro e mezzo di profondità. La Soprintendenza ha accettato questa “griglia” di lavoro ma ha chiesto che gli scavi raggiungano la profondità massima, cioè il cosiddetto “strato geologico” dove c’è la certezza che non ci sia traccia di presenze umane. Inoltre, le Belle Arti hanno chiesto di evitare possibili interferenze fra lo stadio e alcune preesistenze archeologiche di cui già si conosce la localizzazione, come l’antico “castellum aquae” del II secolo dopo Cristo.
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