L’ennesima vigilia silenziosa di Mourinho si sposa con quella prolungata dei Friedkin. Ormai, quello che doveva dire, José lo ha detto. Non ha invece ascoltato quanto si aspettava. Sa di giocarsi molto. Probabilmente più per il suo ego che per garantirsi un futuro nella Roma. È lui, anzi, a dover garantire un domani più agevole alla squadra che guida. C’è l’Inter e a Trigoria si respira aria di spareggio Champions. Mou - scrive Stefano Carina su 'Il Messaggero' - si è chiuso nel suo fortino romano e insieme alla squadra ha dormito al Fulvio Bernardini per preparare al meglio una di quelle che da sempre sono le sue partite. Quelle da dentro o fuori.
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Mou tra passato e presente si gioca il futuro
Si presenta all’appuntamento con mezza squadra ancora in infermeria. Anche oggi, probabilmente porterà tutti in panchina, ma insieme ai big si vedranno anche i volti bambini di Missori, Louakima, Majchrzak e Keramitsis, oltre a quelli più conosciuti di Tahirovic e Volpato. Soltanto Dybala e Belotti sembrano avere qualche chance di entrare in corsa. La formazione è fatta: Rui Patricio; linea a tre che vedrà Cristante confermato nel pacchetto difensivo tra Mancini e Ibanez, mediana con Zalewski e Spinazzola esterni e il rientrante Matic più Bove in mezzo; in avanti Pellegrini e Solbakken dietro a Abraham. Nonostante in stagione Mou abbia invertito in parte il trend negativo contro le big, i giallorossi, considerando le sfide tra le squadre attualmente nelle prime sette posizioni in classifica, sono quelli che hanno ottenuto meno punti (nove), segnato meno reti (nove) e perso più volte (sei).
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