No, lo abbiamo capito e toccato con mano: José Mourinho non è Harry Potter, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. E chissà, forse non basterebbe nemmeno il maghetto per risollevare la Roma dal grigiore nel quale è finita e dal quale non trova il mezzo per uscirne. L'uomo dei risultati, cioè il risultatista per defini-zione, ovvero Mourinho, deve fare i conti con i numeri. Che non quadrano e per questo è salito sul banco degli imputati: due vittorie negli ultimi 30 giorni sono una miseria. Roma è una piazza spietata, ti ama e ti abbandona con la stessa facilità: José, per ora, tiene duro, ne ha ancora tanti di fan dalla sua parte, anche molti hanno cominciato a invocare un altro totem come sostituto, Daniele De Rossi. Di responsabilità, Mou, ne ha: è lui l'allenatore. Non saranno tutte sue, ma la squadra, che non ha mai brillato per estetica, oggi ha perso anche la sua caratteristica prettamente mourinhana, ovvero la capacità di lottare fino alla fine.
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Il Messaggero
Mou, la magia è finita: i problemi sono tanti e mancano le soluzioni
José, per ora, tiene duro, ne ha ancora tanti di fan dalla sua parte, anche molti hanno cominciato a invocare un altro totem
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