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Il Messaggero

Mou, giù la maschera: oggi la presentazione della Roma davanti a 10mila tifosi

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A 102 giorni dall’annuncio che sorprese il mondo, José Mourinho diventa romanista stasera, con l’esordio all’Olimpico. Via i veli e le maschere, ci siamo. Ha trascorso oltre un mese di pratica quotidiana e benedettina, pregando...

Redazione

A 102 giorni dall'annuncio che sorprese il mondo, José Mourinho diventa romanista stasera, con l'esordio all'Olimpico. Via i veli e le maschere, ci siamo. Ha trascorso oltre un mese di pratica quotidiana e benedettina, pregando e lavorando in un silenzio claustrale, appena interrotto da qualche post, di quelli che non si negano a nessuno, si legge su Il Messaggero. Non avrà tempo di emozionarsi, è già tesissimo e concentrato sugli impegni ufficiali che iniziano giovedì. Ma vuol fare bella figura coi nuovi tifosi, farsi sentire uno di loro, partire bene, anche se saranno pochini. Circa 10mila.

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La rosa della sua Roma è ancora molto simile a quella di Fonseca, quindi per la prima volta dai tempi eroici del Porto possiamo dire che Mourinho non ha avuto in regalo grandi acquisti o colpi a effetto, per ora. Una novità, per lui. Nemmeno l'amato uomo d'ordine a centrocampo, su cui José fa sempre gran conto, è arrivato: ma su Xhaka c'è chi ancora confida. E ci vorrebbe anche un difensore di personalità, ma niente. Nell'attesa, senza lasciar trasparire il legittimo dispetto (non è contento, ma spera negli ultimi botti di mercato), Mourinho ha allenato coi suoi metodi, ha giocato ogni tre giorni per abituare il gruppo agli impegni ravvicinati, ha lavorato sui difetti evidenti: ristabilire una fase difensiva decente; ha infuso un certo spirito battagliero, con gli eccessi del caso. In attacco, solito spartito alla José, ci ha costruito una carriera: concedere palla agli avversari ma pressarli alti, e rovesciare il fronte con imbucate per le punte. Che devono essere prestanti e di gamba tonica, devono intimidire e travolgere. Da qui la ricerca di atleti come Shomurodov o Abraham, che ricorda Adebayor, e la relativa disperazione per l'addio di Dzeko.