Partita doppia contro il passato. Perché la gara di domani contro lo Shakhtar non rappresenta qualcosa di speciale soltanto per Fonseca ma anche per Mkhitaryan, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
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Micki, il gol è sparito
Per Fonseca l’armeno è fondamentale, una sorta di leader tecnico e contro lo Shakhtar vuole tornare a segnare
L’armeno ha giocato infatti con il club ucraino dal 2010 al 2013 arrivando per 7,5 milioni, su precisa richiesta di Lucescu. Con il tecnico rumeno viene impiegato perlopiù come trequartista centrale nel 4-2-3-1. In totale, 106 presenze e 44 gol, ai quali si aggiungono tre scudetti, altrettante Coppe nazionali e una Supercoppa ucraina. Alla prima stagione, Micki e compagni raggiungono anche i quarti di finale di Champions, eliminando proprio la Roma agli ottavi.
Oggi per Fonseca l’armeno è fondamentale, una sorta di leader tecnico. L’ex Arsenal ha preso quota dopo una stagione, quella passata, dove ha trascorso più tempo in infermeria che in campo (appena 22 presenze in campionato). Il suo exploit ha aggiustato la Roma. Perché il campione fa sempre (o quasi) la differenza. Proprio contro gli ucraini, Henrik vuole tornare al gol. L’ultimo è datato ormai 31 gennaio, nel match casalingo contro il Verona. Una sliding-door nella stagione dell’armeno. Sino a quella gara, 9 gol e 8 assist in campionato ai quali aggiungere una rete e un assist in Europa League e l’inutile centro con lo Spezia in coppa Italia. Ora sono trascorsi 38 giorni senza gol: un’anomalia.
Mkhitaryan è andato in doppia cifra tre volte nei campionati in cui è stato protagonista: in Ucraina (allo Shakhtar Donetsk) nel 2011-12 (10) e nel 2012-13 (25) e in Germania (al Borussia Dortmund) nel 2015-16 (11). In Italia è ad un passo. In Inghilterra c’è invece riuscito soltanto sommando i gol in Europa League (4+7) nel 2016-17: reti fondamentali (una anche nella finale vinta 2-0 contro l’Ajax) perché permisero al Manchester United di aggiudicarsi la coppa. Adesso ci riprova.
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