Ancora una volta Mourinho ci aveva visto lungo. "Pensiamo soltanto a vincere", rispondeva a chi gli chiedeva alla vigilia quanto fosse importante segnare tanti gol per arrivare primi nel girone. E aveva ragione, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Perché a forza di fare i conti la Roma s'è dimenticata la cosa più importante: i tre punti. Un autogol clamoroso che, nonostante la qualificazione ottenuta, regala su un piatto d'argento il primo posto nel girone allo Slavia, vincente al 94' su rigore contro lo Sheriff. Ora, contro i moldavi, potrebbe non bastare segnare nemmeno 10 gol se i cechi non perderanno in casa contro il Servette, apparso anche ieri una squadra modesta. Ed è un peccato perché questo gruppo, sempre falcidiato dagli infortuni, adesso oltre a rischiare di prendere una big retrocessa dalla Champions nei playoff, dovrà molto probabilmente giocare due partite in più che Mou si sarebbe volentieri risparmiate. Anche ieri, ad esempio, la formazione l'ha consigliata la cautela. Mancini non al meglio induce José a non rischiare. Dentro Cristante e stesso assetto dell'andata. El Shaarawy è l'esterno di sinistra e davanti la coppia Lukaku-Dybala con l'argentino che, rispetto alla gara del 5 ottobre scorso, toglie il posto a Belotti. I Servette, nonostante il big match di domenica contro lo Young Boys, al di là del secondo portiere Frick, schiera la migliore formazione possibile. E come da copione, anticipato dallo Special alla vigilia, parte con il piede sull'acceleratore.
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Il Messaggero
Lukaku e basta: Roma avanti tra i rimpianti
A forza di fare i conti la Roma s'è dimenticata la cosa più importante: i tre punti
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