Decollo senza ali. La Roma che senza il pasticcio di Verona sarebbe seconda in classifica insieme al Sassuolo, ha deciso di continuare nella rivoluzione tecnica intrapresa da Fonseca quest'estate, scrve Stefano Carina su Il Messaggero.
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La Roma canta con i tre tenori
Con Pedro, Mkhitaryan e Dzeko la filosofia di gioco è cambiata
Via dunque gli esterni (Under, Perotti e Kluivert), passaggio dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1 e gioco che ora si sviluppa spesso e volentieri centralmente. Farlo, se puoi avvalerti di Pedro, Mkhitaryan e Dzeko, risulta francamente più semplice. In tre fanno 98 anni ma alzi la mano chi quando li vede giocare se ne accorge. Sinora in stagione hanno disputato 1879 minuti, segnato 11 reti e dispensato 7 assist.
Ridurre però tutto ai gol (in campionato sono 9 sui 16 realizzati) è alquanto limitativo. Perché è la filosofia di gioco che con i tre tenori è cambiata. Qualità al potere, anche a discapito del possesso-palla che almeno per il primo anno ha caratterizzato il credo di Fonseca. Si è così passati da un gioco orizzontale (che portava in dote il 53,1% del possesso) ad uno più verticale (sceso a 47,5%, dodicesimi in serie A) che si può avvalere di una velocità maggiore nel ribaltare l'azione per puntare la porta avversaria. Spazio quindi all'estro, all'intuito, al guizzo del campione.
La Roma, grazie al tridente, produce sempre molto di più di quanto poi realmente segna. Anche con il Genoa, gara vinta per 3-1, l'xG è stato di 3,49. Non è quindi una sorpresa se i giallorossi - nonostante il terzo attacco del torneo insieme a Milan e Inter - sono la formazione ad aver creato più expected goal' in Serie A ma penultima nel saldo gol fatti/gol attesi, dietro soltanto all'Udinese.
L'originalità la regala però il tocco dell'artista. Che si può manifestare in modo eclatante con la mezza rovesciata di Micki nel 2-1 a Marassi ma anche in modo più nascosto. Come ad esempio nell'attesa che ha Pedro nel crossare per il compagno. Lo spagnolo potrebbe cercarlo di prima intenzione con il sinistro e invece vedendolo marcato da Criscito attende, scambia con Veretout, per poi farlo con il destro e trovarlo - a seguito di un movimento in area - libero. Quello che gli occhi rischiano di non vedere, il numero lo suggella. E così l'imponderabilità del trio la ritrovi nel dribbling (12 riusciti sui 16 tentati da Pedro), nell'assist (5 stagionali, 4 in campionato per l'armeno) o nella capacità di creare gioco anche quando subisci il pressing avversario.
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