Da Mourinho a Juric. Tutto in 8 mesi. Quanto accaduto è così surreale che forse è meglio prenderla con un sorriso e citare il tweet del profilo di X che richiama all'indimenticabile e indimenticato Vujadin Boskov. "Fare contratto per 3 anni e poi licenziare allenatore dopo un mese, è come fare scorta di shampoo e il giorno dopo tagliare capelli a zero". L'addio di De Rossi infatti è tanto sorprendente quanto inatteso, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Per molti, non per tutti. Anzi per Totti: è trascorsa appena una settimana da quando l'ex Capitano a Il Messaggero disse: "Daniele è il parafulmine, rischia di fare la fine di Mourinho". Detto, fatto. Probabilmente nemmeno Francesco pensava che i tempi fossero però così rapidi. Non se lo aspettava di sicuro DDR. Ma i Friedkin sono fatti così: per informazioni chiedere allo Special One, non uno qualunque. Arrivato a Trigoria per guidare l'allenamento la mattina del 16 gennaio, si ritrovò un paio di ore dopo con il classico scatolone in mano dei film dove mettere le cose e togliere il disturbo.
Il Messaggero
La profezia di Totti. I dissapori con Lina
Andiamo con ordine. In primis, il rapporto con la Ceo Souloukou che non è mai decollato. Si è spesso parlato delle incomprensioni nate in sede di mercato ma la ruggine è retrodata. Non è un mistero che la dirigente avesse piani diversi per la nuova Roma. Lina infatti voleva come ds un suo uomo fidato (Modesto) che avrebbe portato con sé Palladino, entrambi seguiti dal procuratore Riso. Daniele come futuro ds fa i nomi di Massara prima e Burdisso poi. Non viene ascoltato: arriva Ghisolfi che ad oggi deve essere ancora presentato e non ha mai rilasciato una dichiarazione pubblica. Inizia il mercato e con questo i confronti. Il primo è sul team manager: via Cardini, dentro Ricchio, uomo del ds che pensa tra l'altro come sia più semplice allestire una rosa che giochi con il 3-5-2. Si prova a convincere Daniele che però punta i piedi: vuole giocare con il 4-3-3. Viene preso Soulé ma l'ostacolo (tattico) resta Dybala che mette in stand-by il club, aspettando una squadra in Champions che venga a bussare alla sua porta. Non si presenta nessuno. Il 1° agosto, scaduta la clausola, la Roma chiama Paulo e gli presenta la proposta dell'Al Qadisiyah. Va o non va? A Daniele è assicurato che l'argentino partirà. Nonostante le pressioni del club, alla fine resta. Iniziano i problemi. Il resto è storia recente. Arriva la proprietà Usa e terapo 48 ore a De Rossi è dato il benservito. Viene chiamato Juric, anche lui curiosamente seguito dall'agente Riso (che in giallorosso ha già Mancini, Cristante e Baldanzi), dopo aver disperatamente provato a convincere Pioli sulla scaletta dell'aereo per Riyadh, Terzic e aver fatto una telefonata anche a Sarri. Il "progetto" può continuare. Sì, ma quale?
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