rassegna stampa

Il vero comandante è Manolas. In Portogallo serve a tutti i costi

LaPresse

Il greco detta i tempi, legge in anticipo le azioni offensive degli avversari e ci mette la giusta cattiveria

Redazione

Dalla cessione di Antonio Ruediger nel 2017, Kostas Manolas è diventato il perno centrale della difesa della Roma, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. È lui il vero comandante del reparto: detta i tempi, legge in anticipo le azioni offensive degli avversari e ci mette la giusta cattiveria. Il suo ruolo è diventato ancora più importante quando Monchi la scorsa estate ha ceduto Strootman e Nainggolan e non ha investito in un centrale di difesa titolare, confermando Fazio e Jesus e acquistando Marcano (9 presenze, 709' giocati).

Quando il greco resta in panchina o è infortunato, la Roma cade in balia degli avversari: è successo con la Spal (0-2), con la Fiorentina (1-1), con l'Udinese (1-0) e sabato con la Lazio (0-3), le uniche vittorie in sua assenza sono arrivate con Viktoria Plzen, Entella e Chievo. È anche corretto ricordare che quando la Roma ha subito i 7 gol dalla Fiorentina, Kostas era in campo, ma la sicurezza che infonde alla squadra in certe occasioni è stata determinante.

Domani sera contro il Porto sarà al suo posto dopo aver smaltito sia la distorsione alla caviglia destra rimediata a Frosinone, che l'influenza intestinale che lo ha tenuto a casa nel derby, Di Francesco punterà tutto su di lui.

Non è ancora deciso chi affiancherà il greco al Do Dragao: Fazio resterà in panchina dopo gli svarioni del derby, quindi, a contendersi il posto saranno Marcano e Jesus con lo spagnolo che ha dalla sua i quattro anni giocati con il Porto.