"Può darsi che all'inizio non venga apprezzato il nome, anche se credo di sì. Chi viene comunque deve far bene e deve sapere che per i primi due mercati non possiamo fare spese pazze", così Claudio Ranieri una settimana fa, il giorno del “no” pubblico a Gian Piero Gasperini. Stefano Pioli è colui che, più di, tutti, risponde all’identikit. Dopo l’occasione mancata di allenare la Roma nel 2011. Pioli - sottolinea Alessandro Angeloni su 'Il Messaggero' - è un allenatore normalizzatore, non alza la voce ma si fa rispettare, usa l'educazione e nel tempo è diventato un allenatore giochista e pure vincente. Ranieri è un suo sponsor, Pioli lo considera un maestro, al pari di Trapattoni e Bagnoli. Il Milan campione è stato costruito nel tempo, senza ricorrere all’instant team, che la Roma non può, e non vuole, nemmeno permettersi. Lo scorso settembre, Pioli torna ad essere accostato alla Roma. Aveva appena detto sì ai milioni arabi e si era trasferito a Riad come tecnico dell’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo: accordo triennale per 12 milioni a stagione. Non ha potuto/voluto accettare in quel momento la proposta della Roma. Ma ora sarebbe diverso per lui, i presupposti ci sarebbero. In Italia tornerebbe volentieri, prima dovrà liberarsi di quel contratto che lo lega agli arabi per altri due anni. La Roma è una piazza gradita e le sue condizioni sono meno stringenti di quelle di Gasperini. Magari si farà, chissà. Al terzo tentativo, ma stavolta con un amico di nome Claudio pronto ad accoglierlo. E magari i Friedkin che, a quanto pare, stanno tornando a Roma per un blitz.
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Il Messaggero
Il normalizzatore che piace a Ranieri: Pioli torna in ballo per la terza volta
In Italia tornerebbe volentieri, prima dovrà liberarsi di quel contratto che lo lega agli arabi per altri due anni. La Roma è una piazza gradita e le sue condizioni sono meno stringenti di quelle di Gasperini
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