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Il metodo Ghisolfi cambia la Roma

Il metodo Ghisolfi cambia la Roma - immagine 1
Una scelta coraggiosa che andrà spiegata, non imposta, per fare in modo che possa essere condivisa e accettata dalla piazza, al momento scettica a fronte di questi cambiamenti
Redazione

«Il faut déconstruire pour construire». Bisogna decostruire (ossia privare delle caratteristiche abituali e ormai stereotipate) o se preferite smontare, per costruire. Come scrive Stefano Carina su Il Messaggero questo fu il biglietto da visita di Florent Ghisolfi a Nizza. Quest'altro invece nell'esperienza precedente a Lens: «Ho lavorato notte e giorno per presentare un progetto che sembrasse quanto più coerente possibile alla proprietà. Il club era un foglio bianco e tutto doveva essere strutturato». Due indizi che spie gano il motivo per il quale i Friedkin hanno scelto di affidare il ruolo di ds (anche se nel comunicato si parla di «nuovo responsabile dell'area tecnica») al 39enne marsigliese con origini corse. Se poi si legano queste considerazioni al termine «ricostruzione», utilizzato spesso e volentieri da De Rossi, i dubbi sono definitivamente fugati. Volenti o nolenti, siamo all'alba di un nuovo progetto tecnico. Termine che a Roma suscita più di qualche prurito considerando che con l'arrivo di Mourinho ci si era illusi che il binomio grande allenatore grandi calciatori regalasse (finalmente) una nuova dimensione al club. E invece si fa un passo indietro che potrebbe però essere parziale se arrivassero i 40-50 milioni dalla Champions.

Una scelta coraggiosa che andrà spiegata, non imposta, per fare in modo che possa essere condivisa e accettata dalla piazza, al momento scettica a fronte di questi cambiamenti che si profilano all'orizzonte. Chissà che non tocchi proprio a Ghisolfi farlo. Perché se è vero che non ama parlare troppo, preferendo «restare nell'ombra», nel recente passato quando ha comunicato all'esterno non è mai stato banale.  Per Ghisolfi i valori umani non sono secondari. Al Lens e al Nizza, due realtà differenti dalla Roma, ha sempre costruito rose corte per lasciare spazio ai giovani. È specializzato nel reclutamento di centravanti: al Lens prese Openda, poi rivenduto al Lipsia per 42 milioni. Nel calcio italiano ha avuto rapporti perlopiù con l'ad del Sassuolo Carnevali, acquistando Boga e cedendo in prestito Viti. A Trigoria lo attendono in queste ore. Chissà che non segua la squadra già a Empoli.