E' già successo, la storia si ripete e le insidie sono le stesse, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. 1) Con i russi della Nafta Moskva di Sulejman Kerimov, anno 2004, la Roma era ormai a un passo dalla cessione, poi il colpo di scena e la retromarcia. 2) E' accaduto all'epoca di Vinicio Fioranelli (2009), la Roma di fatto venduta ma poi, bolla di sapone finale. 3) Lo stesso ai tempi di George Soros (2008), il magnate che doveva rivoluzionare la Roma. E pure lì, nulla di concreto. Siamo a circa dieci anni fa, quando la cordata americana capitanata da Thomas Di Benedetto si avvicendò alla famiglia Sensi. E la squadra, sempre in mezzo a tutte queste turbolenze, è spesso distratta.
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Il fattore Champions
Le voci sul cambio di proprietà rischiano di distrarre il gruppo che domenica contro il Brescia riprende la corsa al quarto posto
E così è pure stavolta? Questo il rischio. Lo scossone, il comunicato con cui il club ammette la trattativa con Dan Friedkin è piombato a Trigoria, proprio mentre la squadra stava cercando di mantenersi in equilibrio sull'obiettivo, raccogliendo idee e giocatori dopo la sosta per le nazionali: la qualificazione in Champions League, soldi buoni per Pallotta o per chi lo sostituirà, se lo sostituirà.
Passando da un businessman statunitense all'altro cambierà poco, assicurano. Anche se si resterà sull'autofinanziamento, pensando ai bilanci e quindi alle cessioni. Il nodo è l'aspetto tecnico: il nodo Champions e, quanto al futuro, il pezzo pregiato partirà sempre per esigenze di bilancio, come è sempre accaduto in questa quasi decennale gestione a stelle e strisce.
Di certo, l'esame è per tutti e nello spogliatoio se ne parla, il timore dell'allenatore è che forse se ne parli troppo. Fonseca, dunque, si trova - dopo la lunga lista di infortunati e la crisi di gioco d'inizio stagione - in un'altra emergenza, questa più legata all'aspetto psicologico
Il futuro, dunque, passa dalle prestazioni, questo il messaggio dell'allenatore - e non solo - ai giocatori. In futuro poi, si vedrà. Quelli a sentirsi più a rischio, un domani, sono i pezzi da mercato, da Zaniolo a Dzeko, fino a Under, Kluivert.
La turbolenza riguarda tutti, anche i dirigenti. Esempio: se l'attuale consulente di Pallotta, ovvero Franco Baldini, non diventerà consulente di Friedkin, c'è il rischio che vengano messe in discussione pure certe scelte legate alle figure apicali. Questa, dunque, è una fase delicata e Fonseca lo sa: perdere punti significa allontanarsi drasticamente dalla zona Champions.
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