rassegna stampa

Gravina contro le plusvalenze: “Stop al diritto di recompra”

Il presidente della Federcalcio spera che ci possa essere un aiuto dalla FIFA, perché non è solo un problema italiano. Il caso esemplare è Morata, tra Juventus e Real Madrid

Redazione

Addio al diritto di recompra. O meglio questa la proposta che il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina vuole sottoporre all'attenzione dei club. "Ritengo e spero di portare la modifica al Consiglio Federale (in programma il prossimo 2 aprile, ndr)" ha sottolineato il numero uno del calcio italiano. Ma che cosa significa recompra? Come riporta Emiliano Bernardini de Il Messaggero, è una sorta di prestito ma con molti più soldi che girano e soprattutto con una serie di tasche in cui si nascondo varie clausole vantaggiose per tutti. Un nome che arriva dalla Spagna e che in Italia lo si è imparato grazie all'affare Morata tra Juventus e Real Madrid. E' tutto molto semplice e lineare: una squadra ha un giocatore in rosa, di solito un giovane promettente che però non trova spazio con continuità. Il club decide così di mandarlo a giocare senza però rompere i rapporti con lui, pensando che di lì a qualche anno possa tornare comodo riprenderselo. Quindi il giocatore viene venduto per una determinata cifra ad una squadra che gli garantisca continuità. Alla fine della fiera il club di partenza si ritrova un giocatore valorizzato con un prezzo superiore e il tutto a prezzi convenienti e soprattutto con la possibilità di mettere una buona plusvalenza a bilancio. La squadra che lo ha fatto giocare ha due vantaggi: aver beneficiato delle sue prestazioni e una plusvalenza finale.

Chiaro che la Federcalcio non possa risolvere da sola il problema. Un club di serie A potrebbe benissimo adottare la stessa formula trattando con un'altra squadra che non gioca nel campionato italiano. Dovrà, dunque, essere la FIFA ad agire eliminare definitivamente il problema. Evitando così che fatta la legge venga subito aggirata andando all'estero.