Gli errori iniziano dalla maglietta

Dovbyk. Attento, proto, si sarebbe detto una volta richiamandola “cortese attenzione” tipografica. Dovbyk, dunque, e non Dobvik, qual è comparso l’altra sera all'Olimpico il cognome di Artem. L’ucraino nell'intervallo ha cambiato indumento ed è rientrato sfoggiandone una su cui era stampato Dobvik, con la “b” che aveva sorpassato la “v” e con la ypsilon nazionalizzata nella “i”. Resta il fatto - scrive Piero Mei su 'Il Messaggero' - che potrebbe rivelarsi una buona operazione di marketing: il nome sbagliato è rarità da collezionista. Un po’ come le 500 lire d’argento che celebravano la conquista dell'America e le tre caravelle sfoggiavano vele controvento, che avrebbero portato Colombo in Turchia; 0 come il “Gronchi rosa”, il francobollo che celebrava una visita presidenziale in Sudamerica, disegnando confini del Perù non più corrispondenti ad un Atlante aggiornato.