rassegna stampa

Francesco & Ilary: glamour, normalità e buone maniere

Una vera coppia reale, eppure così semplice nel mostrarsi in pubblico

Redazione

Così romani eppure immuni da quella romanità cialtrona che spesso, fuori Roma, provoca inarcamento dell’arco sopraccigliare. In questi tredici anni di vita coniugale e strettamente legata alla capitale, Francesco Totti e Ilary Blasi sono rimasti autentici. E, per loro e nostra fortuna, diversi. Autentici perché, per dire, i figli li hanno chiamati come pareva a loro e tanti saluti a chi ironizzava sulla scelta. Diversi perché, almeno finora, non c’è stato un gesto arrogante, un «lei non sa chi sono io», una sgommata da calciatore che può permettersi tutto (e a Roma Totti poteva e può tuttora ). Non c’è stata una scena da diva di Ilary che pure è telepopolare almeno quanto il marito, scrive Il Messaggero.

Nel suo essere normalmente iperfamosa Totti e Ilary sono stati un modello. Il modello per tanti che, amandoli alla follia, ne avrebbero imitato anche le volgarità o gli eccessi. Volgarità ed eccessi che a volte vengono usati per ritornare là dove nessuno ti vuole più se non sei tossico, adultero, ladro, senza casa o con un marito inventato: nei famigerati talk show rosa, un genere che avvelena in dosi così massicce soltanto la TV italiana. La nostra Roman couple da quel mondo si è tenuta lontana. E’ stata, peraltro, anche l’unica Royal couple che Roma ha avuto negli ultimi decenni. E se da Roma andranno via? Andrà via un simbolo ultra pop eppure ultra low profile. Perché si può essere romani senza mai cedere all’arroganza o all’esibizione. Totti e Ilary, in questi anni, erano lì a dimostrarlo a quanti, per pregiudizio, pensavano e pensano il contrario. I Totti non sono i nostri Beckham. Sono meglio. Infatti quando i Beckham e tutti i loro eccessi da nouveau riches si sono trasferiti a Los Angeles, i londinesi, o quel che resta di loro, nemmeno se ne sono accorti. Invece ora che Totti lascia la Roma e forse anche la città, siamo qui a scriverne e soltanto l’ idea dispiace. Anzi, ci mancano già.