Il Milan che terrorizza in quel modo la Roma ad inizio partita, togliendole aria e campo: l'effetto sorpresa, chiamiamolo così, inquadra nei dettagli l'approccio fasullo dei giallorossi nel posticipo dell'Olimpico, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. E soprattutto conferma la nota vulnerabilità contro le grandi.
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Fonseca e la Roma, conti in rosso
Il limite del tecnico e della quadra negli scontri diretti è evidente. Andando avanti così si perde la qualificazione per la Champions
Se c'è da far la voce grossa negli scontri diretti, mai chiederlo alla squadra di Fonseca. Il suo curriculum contro le big della nostra serie A, da quando ha messo piede a Trigoria, è sulla bocca di tutti: solo 3 vittorie in 21 match contro le migliori (20 in campionato e 1 in Coppa Italia) e, in questo torneo, appena 3 punti (3 pareggi) su 24 a disposizione, crollando soprattutto contro il Napoli, l'Atalanta e la Lazio (11 gol subiti e 1 realizzato). Il limite, insomma, è evidente. Di gruppo e suo. Il rischio è scontato: andando avanti così si perde la qualificazione per la Champions. E di conseguenza il posto in panchina. I Friedkin non accetterebbero il flop.
Conti in rosso, dunque, del club (indebitamento finanziario netto: 264,8 milioni) e della squadra (5° posto). La Roma non è affatto un'incompiuta, cioè capace di vincere sempre e solo con le deboli. Tra l'altro nell'ultima trasferta, contro il Benevento, ha sporcato pure questa sua striscia positiva che comunque ha aiutato. Ma non sufficiente per restare ad alta quota. La squadra è impreparata. Basta che si alzi l'asticella, inciampa. E si fa piccola. Ma non è solo la personalità. Mancano la fisicità e la qualità. E le conoscenze. Tatticamente è sempre la stessa storia. Con il 4-2-3-1 della passata stagione o con il 3-4-2-1 attuale.
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