La vita romanista di Fonseca si divide in due fasi di difficoltà, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero: la prima è riuscita a gestirla e superarla di slancio, questa lo sta ingoiando e la nottata non è ancora passata.
rassegna stampa
Fonseca è impotente e confuso in una notte che non finisce più
Il tecnico resta fiducioso: "In campionato le squadre perdono molti punti. E' possibile recuperare, torneremo a vincere"
L'inizio del 2020 è disastroso: Torino, Juventus, Genoa, Lazio, Sassuolo, Bologna e Atalanta, sette partite, quattro punti (più le due apparizioni in Coppa Italia, vittoria a Parma e sconfitta con la Juve). Una roba da retrocessione, che stona con le ambizioni faraoniche della Roma, che puntava e - stando a quanto sostiene lo stesso allenatore - punta ancora a un posto in Champions, nonostante la distanza preoccupante dal quarto posto, sei punti (che sono sette in virtù degli scontri diretti svantaggiosi con l'Atalanta).
La squadra di Fonseca si è spenta, ha perso se stessa. Dalla trasferta di Firenze a oggi sembrano passati dieci anni, non due mesi. Che succede? Il tecnico non riesce a incidere. E' impotente, confuso.
Lo sbilanciamento è evidente e non può essere solo "un problema mentale", come dice Fonseca. La Roma - con il mercato - non è riuscita a superare le difficoltà contingenti. E se oggi è in discussione Petrachi, lo è anche Fonseca.
Al tecnico non gli resta che restare fiducioso. "In campionato le squadre perdono molti punti. E' possibile recuperare, torneremo a vincere". Il problema è che la Roma non dovrà perderne più e ora viene da un tris sanguinoso di sconfitte.
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