rassegna stampa

Fonseca disarmato e paralizzato davanti allo scempio del Mapei

il tecnico dopo il tris a bruciapelo non ha mutato né uomini né assetto

Redazione

La prima partita di febbraio del rinnovato (mica tanto...) gruppo di Paulo Fonseca si chiude nell'umidità di Reggio Emilia con una sconfitta storica che dà il la a una marea di interrogativi sul futuro, scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero.

Il botto è enorme e pesantissimo ai fini della classifica. La Roma, che aveva subìto solo sette gol lontano dall'Olimpico nelle precedenti esibizioni, a Reggio Emilia si è dimostrata debole ai limiti dell'incredibile. Un primo tempo da incubo, con i padroni di casa capaci di fare tutto ciò che volevano con una facilità a dir poco imbarazzante.

Tutto da decifrare l'immobilismo (obbligato o colpevole?) di Fonseca in panchina. Sotto di tre reti dopo meno di 30 minuti di gioco ci si aspettava che la Roma avrebbe cambiato da un momento all'altro, anzi prima possibile il proprio assetto. Avendo ancora a disposizione quasi un'ora per centrare un'impresa complicatissima, cioè non perdere la partita. Invece, nulla. Con tre reti da recuperare, la Roma ha continuato il suo triste, monotono tran tran: nessun guizzo, nessun tentativo per provare a modificare la situazione.

Ci si aspettava, ad esempio, che venisse potenziato l'attacco, invece l'attesa è stata vana. Va bene che Kalinic è stato offerto (invano) a mezzo mondo fino all'ultimo secondo di mercato per prendere un altro attaccante centrale, ma se il croato non può essere d'aiuto neppure quando la squadra è sotto di tre reti perché viene convocato? Meglio lasciarlo a casa, tanto non serve. E il mercato, adesso, è chiuso... Mah.

Fonseca ha capito poco della partita o invece ha capito tanto di chi aveva (o non ha...) a disposizione? L'ingresso in campo dell'acerbo, inesperto Villar è stato un messaggio di Fonseca a chi di dovere? Fate voi.