rassegna stampa

Eusebio contro Gattuso storie di destini capovolti

LaPresse

A rischio esonero e contestato il milanista mentre il giallorosso spopolava in Champions. Domani faccia a faccia in situazione diversa

Redazione

Destini capovolti quelli di Di Francesco e Gattuso, avversari domani, scrive Stefano Carina su Il Meassggero. È bastato appena un girone perché Eusebio, lo stesso che soltanto pochi mesi fa aveva regalato dopo 34 anni il sogno della semifinale di Champions alla Roma, diventasse "un tecnico senza dignità, incapace anche di rassegnare le dimissioni" (l'accusa più ricorrente che gli viene mossa sui social dopo l'1-7 di Firenze).

Diciannove partite hanno invece permesso a Rino il percorso opposto: da "cosa ha fatto, ha estratto al lotto per le sostituzioni? Se nel post partita fa quelle dichiarazioni mi viene il vaffanculo' facile" (esternazioni del Ministro dell'Interno Salvini dopo il derby perso dal Milan a ottobre) ad allenatore osannato, capace di eliminare il Napoli in coppa Italia e regalarsi, attualmente, il ruolo di favorito nella corsa al quarto posto.

Di Francesco per venire incontro ad un mercato che non ha rafforzato la rosa e a una squadra che si sentiva più a suo agio a giocare con il 4-2-3-1, dopo il ko di Bologna (23 settembre) ha abbandonato il suo credo tattico (4-3-3) iniziando una girandola di moduli e formazioni (29 diverse in altrettante gare stagionali) che lo ha portato a perdere d'identità.

Percorso inverso ha fatto Gattuso: sollecitato da media, club e tifosi a cambiare per far giocare Cutrone vicino a Higuain, ha prima ceduto alle pressioni. Poi, quando ha capito che quello non era un vestito adatto per lui, ha fatto retromarcia. Della serie: se devo affondare, lo faccio con le mie idee. H continuato per la sua strada, ergendosi a scudo della squadra nei momenti di difficoltà. E ora i suoi calciatori pendono dalle sue labbra.

Atteggiamento che a volte è mancato a Eusebio. Soprattutto nella comunicazione verso l'esterno. Probabilmente il suo compito era/è più difficile. Amalgamare uno spogliatoio nel quale albergano generazioni calcistiche così diverse non è semplice. E perdere alcuni collanti (su tutti Strootman) non ha sicuramente aiutato.