Nella corsa alla prossima Champions, il gioco delle coppie penalizza Fonseca, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
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Dzeko più Kalinic, quando i conti non tornano mai
Nelle squadre che si contendono i primi quattro posti, Fonseca ha il tandem di centravanti che nel 2019, tra campionato e coppe, ha segnato meno
Il tecnico, nelle squadre che si contendono i primi quattro posti, ha il tandem di centravanti che nel 2019, tra campionato e coppe, ha segnato meno. Se Dzeko ha comunque chiuso l’anno con un rispettabile +17, Kalinic s’è limitato ad una sola rete, quella del 16 gennaio in Coppa del Re contro il Girona. Il totale dei centravanti giallorossi è dunque 18. Poco, troppo poco considerando che il Napoli, molto attardato in classifica ma pronto a risalire, viaggia al doppio della velocità (36 centri: Milik 19 e Mertens 17) come la Juventus (Ronaldo 25 e Higuain 11). La Lazio è a quota 39 (Immobile 27, Caicedo 12), l’Atalanta vola a 43 (Zapata 23, Muriel 20) con l’Inter che chiude prima (44) con l’accoppiata Lukaku (22) - Martinez (22).
In questa analisi si potrebbe obiettare che la Roma, giocando con il 4-2-3-1, manda in rete spesso e volentieri il tridente dietro Edin. Meglio non estendere il conteggio alle altre squadre che possono annoverare in quei ruoli o in posizioni offensive simili, calciatori dal ‘gol facile’. Perché tolto Zaniolo (10 reti), nel trio considerato titolare da Fonseca, Kluivert nell’anno solare appena terminato ha segnato soltanto 6 volte e Pellegrini 2.
Numeri diversi da Dybala (12), Ilicic (14), Gomez (10), Pasalic (12), Insigne (8), Llorente (8) e Correa (9) che aggiungono gol a coppie di centravanti che hanno prodotto almeno il doppio di Dzeko e Kalinic. Gira che ti rigira il discorso non cambia: per tre competizioni, Edin da solo non basta.
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