Paulo Dybala è sospeso tra due mondi: l'Italia, dove ha costruito la sua carriera, e l'Arabia Saudita, pronta a ricoprirlo di denaro pur di convincerlo a trasterirsi. Deve sbrigarsi a decidere, anche se gli piacerebbe restare a Roma, specie se è l'AI-Qadsiah a chiedere il suo cartellino, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Magari, se fossero arrivati club di Premier o di Liga, a cui qualche mese fa ha strizzato l'occhio, la decisione sarebbe stata molto più veloce e indolore. C'è poi una realtà amara che sta vivendo a Trigoria. A detta di De Rossi, non è partito titolare contro il Cagliari per "scelta tecnica", quando fino allo scorsa stagione dichiarava che lo avrebbe voluto sempre in campo titolare. Inoltre, nel pre-partita di domenica il suo volto è stato escluso dalle foto e la sua maglia non è stata mai inquadrata nei video pubblicati sui social giallorossi. Ieri, invece, è ricomparso negli scatti dell'allenamento. Immagini che lo ritraggono sorridere e abbracciarsi con Daniele, come se la Roma non lo stesse per perdere da un momento all'altro. Nulla di costruito garantiscono da Trigoria. La scelta di andare via è tutta sulle spalle di Paulo. È lui a dover valutare se guadagnare 25 milioni in tre anni, oppure, restare nella capitale, guadagnarne 9, puntare al rinnovo (bastano una decina di partite) e giocare in un campionato competitivo che potrebbe restituirgli la convocazione in nazionale. C'è da aggiungere, però, che nessuno nella Roma sta facendo di tutto per trattenerlo, anzi si cerca di evitare il più possibile il contatto con i tifosi, come accaduto a Cagliari, che potrebbero girare dei video che diventerebbero facilmente virali indirizzando l'opinione pubblica contro la proprietà. Più si avvicina la fine del mercato più le pressioni per spingerlo in Arabia Saudita diventano pesanti. I dirigenti lo hanno pregato di valutare l'offerta araba senza rispedirla al mittente come ha fatto i primi di agosto. A quel punto sarebbe cominciato il braccio di ferro: da una parte la Roma che ha bisogno di monetizzare perché ha un parco calciatori poco attraente (Smalling, Zalewski, Abraham), dall'altra Paulo, che non è per nulla convinto di sparire dal calcio che conta.
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Dybala-Roma, braccio di ferro
La partenza di Paulo farebbe crollare la vendita delle maglie
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