"Non gioco io, ma la Roma". Di Francesco, aspettando la notte del giudizio, sventola la bandiera giallorossa, scrive Ugo Trani su Il Messaggero.
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Di Francesco: “Non voglio vivere da sopportato”
Il tecnico esplicito sul suo futuro: "Supportato dal club sì, ma solo quello. Con il Porto è la partita della vita. Ma io non gioco, in campo ci sarà la Roma"
Ha vissuto già 3 vigilie simili: prima del Frosinone, del Genoa e del Milan. Rischia di non finire il semestre dedicato agli esami. Eusebio non si spaventa. "Da quando sono seduto su questa panchina che conosco le difficoltà. Il momento complicato è sempre il prossimo... Ma non è la mia partita. Gioca la squadra. E, anche se si parla di altro, l'interesse del tifoso giallorosso è che la Roma passi, a prescindere di chi sia l'allenatore in futuro.
Il mio pensiero sincero va ai ragazzi per fare una partita di altissimo livello, come quelle dell'anno scorso, e per andare avanti. Mi dà fastidio che si parli del sottoscritto. Prima viene la Roma. Credo ancora nella possibilità di fare un risultato positivo. Il resto sono parole che fanno parte del gioco. Noi siamo criticati più per i risultati che per il lavoro. Il pensiero non va a me stesso ma alla squadra, se passiamo se ne gioveranno tutti. Dopo un periodo positivo di risultati il derby ha inciso sul morale generale, ma occorre pensare a questa come partita secca, quella della vita. Essere supportato è fondamentale, essere sopportato no".
Indicazioni verso i quarti: "Ha ragione Coinceçao, sarà una partita lunga. Voglio vedere una grande fase difensiva. Non dirò per ora ai giocatori chi sarà titolare: voglio decidere alla fine e vedere le loro facce per decidere chi scenderà in campo per questa grande battaglia. L'idea è partire con il 4-3-3, ma poi se la notte porterà consiglio..."
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