Al suo posto, durante la visita del Santo Padre in Campidoglio era seduto il consigliere M5S Enrico Stefàno. Ma il futuro della presidenza dell’Assemblea Capitolina è tutt’altro che scontato, come riporta Il Messaggero.
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De Vito non si dimette, imbarazzo Cinquestelle
L'ex presidente d'Aula, arrestato, ha fatto sapere di voler restare al suo posto. Non può essere revocato fino alla sentenza
Dal carcere Marcello De Vito, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sullo Stadio della Roma, ha fatto arrivare un messaggio chiaro alla maggioranza di Virginia Raggi. “Mister preferenze”, così soprannominato per via dell’enorme consenso ottenuto alle amministrative in termini di voti raccolti, non molla la presa. Sospeso per volere del Prefetto dalle cariche ricoperte, non intende però dimettersi ufficialmente dal ruolo di presidente dell’Assemblea Capitolina.
De Vito, se riuscisse a dimostrare la sua innocenza, potrebbe procedere legalmente contro la revoca aprendo un contenzioso giuridico e una questione nel Movimento che la maggioranza (già piegata) non intendono neanche prendere in considerazione. Che poi politicamente questa situazione crei problemi a diversi consiglieri, è tutta un’altra storia. "A prescindere dalla sua espulsione dal Movimento –dice Calabrese – abbiamo un presidente di Assemblea in carcere e la cosa non va bene".
Di fatto, nel Consiglio di domani si discuterà solo la sostituzione temporanea di De Vito dalla carica di consigliere e la convalida della supplenza da parte di Carlo Mario Chiossi (primo tra i non eletti) che ha già firmato. Attesissima infine la sindaca Raggi, di ritorno da Doha, che è stata chiamata a riferire in Aula sulla situazione politico-istituzionale che si è delineata dopo l’arresto di uno dei componenti della sua maggioranza.
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