(Il Messaggero - E.Vanzina)L'Unica dichiarazione chiara l’ha fatta Franco Baldini (il quale tanto chiaro da un po’ di tempo non lo è, pare un guru) dicendo in maniera inequivocabile: «La Roma è libera di fare ciò che vuole e qualunque azione verrà fatta, sarà una scelta pensata e voluta». In parole povere significa: se vendiamo Daniele De Rossi vuol dire che riteniamo giusto venderlo.
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De Rossi è incedibile. Il futuro non si vende
(Il Messaggero – E.Vanzina) L’Unica dichiarazione chiara l’ha fatta Franco Baldini (il quale tanto chiaro da un po’ di tempo non lo è, pare un guru)
Tutto lecito, tutto politicamente corretto, una società deve guardare al bilancio con estrema attenzione e cogliere le migliori occasioni offerte dal mercato. Ripeto, tutto lecito.
Il problema è che questa società è la Roma. Una società che vive dell’affetto, del supporto, spesso dell’amore di un popolo che non può essere trattato come un bond, o un bot, o una obbligazione. E questo popolo non negoziabile manda un messaggio chiaro agli amministratori: Daniele De Rossi non si vende. Daniele resta qui. Daniele è incedibile.
Le ragioni non sono solo sentimentali. Sono tecniche.
Una Roma senza De Rossi è una Roma senza anima romana. Senza piedi buonissimi. Senza baricentro. Senza carisma. Senza nazionalità italiana. Senza passato. Senza attributi.
Francesco Totti è ancora il leader incontrastato della Magica capitolina. Ma Daniele è Capitan Futuro. È lui quello che riceverà il testimone. È lui la speranza di tutti noi romanisti. È lui che regge l’equilibrio tra lo scudetto vinto dodici anni fa e quello che si potrebbe vincere nel prossimo futuro. Lui è la roccia della Nazionale. Lui è quello che ci mette l’anima. Lui è la tecnica intrisa di muscoli e senso del sacrificio.
Cari Sabatini, Baldini, presidente assente, vi scongiuriamo: non date vie Daniele, contro la sua volontà, la nostra e quella del buon senso calcistico.
In un vecchio e meraviglioso film di Ettore Scola, «Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa», Alberto Sordi andava in Africa a cercare Nino Manfredi, nel film «Titino», per riportarlo a casa. Lo trovava e lo metteva su una nave. Ma dalla costa, gli africani con i quali aveva vissuto e che lo amavano, si mettevano a cantare: «Titi’ nun ce lassa’, Titi’ nun ce lassa’». Tanto che Manfredi, commosso, si tuffava in mare per tornare da loro.
Se vendono Daniele noi romanisti canteremo: «Danie’ nun ce lassa’, Danie’ nun ce lassa’». E vedrete, lui si getterà nella Manica e tornerà qui. Per cui, inutile venderlo.
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