Sebino Nela, quello splendido difensore e corridore della Roma che fu, ha parlato del cancro. L'ha fatto raccontandosi a Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport: struggente ma contemporaneamente incoraggiante, scrive Piero Mei su Il Messaggero.
rassegna stampa
Da Vialli a Mihajlovic fino a Nela: quando il coraggio va oltre il tumore
In modo struggente ma contemporaneamente incoraggiante l'ex terzino giallorosso ha parlato della sua lotta contro la malattia
Sono questi i campioni veri di oggi, in campo e fuori: quelli che non si misurano semplicemente con un avversario e con un pallone, ma anche con le cose della vita. Spesso c'è chi li invita ad essere quel che poi sono: un modello. Ecco, in questi ultimi tempi sono venuti fuori tre ritratti del coraggio da un campo di calcio, tre uomini che stanno lottando contro il cancro, che un tempo neppure si nominava, un male brutto si diceva, quasi vergognandosi, come se la malattia potesse essere la fonte di una vergogna. Il che, naturalmente, non è.
Qualche anno fa ci fu Francesco Acerbi, il muro della Lazio, a dichiarare la sua lotta, quando ancora era al Sassuolo. È l'esempio più vitale, ora che è tornato da tempo in campo, e fa la buona sorte della Lazio e della Nazionale di Mancini. In questi ultimi tempi ha contemporaneamente commosso e incoraggiato Sinisa Mihailovic. Quando è tornato sulla panchina o in tribuna, tutti abbiamo applaudito. Non l'allenatore che pure lo merita, come dicono i risultati, ma l'uomo. Non è questione di panchina d'oro o altri premi del genere che finiscono per fare bella mostra in bacheca in casa.
Anche Gianluca Vialli ha sciorinato la sua lotta. È una lotta che alterna sconfitte e vittorie, speranze e depressioni, ma che questi tre campioni del calcio hanno voluto combattere in pubblico, come facevano quando dribblavano, o tiravano quelle punizioni come Sinisa e pochi altri sapevano tirare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA