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rassegna stampa

Da Ibanez a Villar e Mayoral: se essere giovani è un difetto

LaPresse

Se alla Roma manca personalità, specie nelle partite di alto livello, probabilmente è per questa gioventù che tanto dà e tanto toglie

Redazione

Il talento senza l'esperienzae lo spessore è come un bel vaso senza il fiore, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. La Roma, di talento, ne ha, nei vecchi e in special modo nei suoi giovani, da Villar (classe 98) a Ibanez (98), fino a Mayoral (97), Kumbulla (2000), Karsdorp (95) e Mancini (96).

Se alla Roma manca personalità, specie nelle partite di alto livello, probabilmente è per questa gioventù, che tanto dà e tanto toglie. Il giovane va aspettato, qui c'è fretta di individuare il campione: il talentino diventa, anzitempo, un eroe.

Chi è davvero indietro è Kumbulla, che viene dalla esperienza da titolare con la maglia del Verona ma qui nella Capitale è andato a sbattere su qualche infortunio di troppo e in più anche sul Covid. Da titolare è finito a fare panchina. Poi, Ibanez, che ha incantato in tante situazioni, ma l'errore di leggerezza gli è sempre scappato e soprattutto contro avversari più esperti è andato in tilt, vedi contro Lukaku e Immobile. Ibanez ha bisogno di giocare (ora è infortunato) e di sgrezzarsi. Stesso dicasi per Villar, il talentino spagnolo cresciuto con il mito di Xavi e Iniesta. Ama il dribbling, la giocata di fino, ha anche personalità, ma poi si trova davanti il peggior Vidal degli ultimi anni, Leiva e Calhanoglu e affonda inesorabilmente.

Gianluca Mancini, ad esempio, il salto lo ha fatto, forte delle stagioni all'Atalanta: è giovane, ma ha una testa da vecchio, commette errori ma nessuno discute la sua affidabilità. Sbaglia ma non sparisce. Cosa accaduta ad altri. Se si sparisce nelle grandi partite, c'è qualcosa che non va. Significa che la crescita è in pieno svolgimento, nessuno è arrivato al top.