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Il Messaggero

Claudio, l’allenatore da corto muso. “Ma a giugno sarò advisor. Cos’è?”

Claudio, l’allenatore da corto muso. “Ma a giugno sarò advisor. Cos’è?” - immagine 1
Il tecnico diviso tra le ultime vittorie di misura rincorrendo la Champions e il nuovo ruolo
Redazione

Domenica ridacchiava divertito mostrando il ghigno sornione di uno che sa di averla combinata grossa. In un colpo solo, vincendo a Milano, Ranieri è riuscito a sparigliare la corsa Champions e a regalare trequarti dello scudetto all'amico Conte. Niente male per un ragazzetto di 73 anni che da quando è tornato a sedere sulla panchina della Roma continua a collezionare record su record. Dai risultati utili consecutivi (18 con 13 vittorie e 5 pareggi) ai 44 punti conquistati - scrive Stefano Carina su Il Messaggero - sui 54 disponibili; dalle appena 31 reti segnate (9° attacco) che lo hanno indotto in corsa a registrare la difesa e far sì che la Roma, dopo il fragoroso ko di Como, subisse appena 9 gol con Svilar imbattuto la bellezza di 14 volte; dal prendere una squadra che non vinceva da 10 mesi in trasferta e trasformarla in una serial killer capace di fare lo scalpo in sei degli ultimi sette viaggi lontano da Roma. Questo, signori, è Ranieri. Uno che sa prendersi in giro ma soprattutto prendere in giro. Come quando domenica ha ribaltato la domanda del perché la sua squadra non disponesse del colpo del ko con una battuta: "Vincere uno a zero non è mica un problema eh". Ed è un peccato che abbia deciso di smettere a fine campionato. Lo ha ribadito per l'ennesima volta ieri, dopo aver ritirato il premio alla carriera di Coverciano nell'ambito di Inside Sport: "E Non mi tirate per la giacca. Il calcio mi ha dato tanto, è la mia vita, è tutto. Però c'è un momento in cui si deve dire basta. Basta, perché è giusto così, anche lasciare in un momento positivo".