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C’è futuro anche oltre José e Sergej. Il club conta più di qualsiasi stella

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La Roma potrebbe dire addio a Mourinho a fine anno. Il Napoli ci ha insegnato che andare oltre le care vecchie certezze, per compiere scelte coraggiose competenti, è fondamentale
Redazione

Se permettete, parliamo di futuro. A maggio si può e si deve, soprattutto in questo presente ingannevole, scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero. La classifica che è un trompe-l'oeil: capiremo chi andrà davvero in Champions solo a luglio. Ma programmare il futuro, traendo ispirazione da chi in passato ha indicato la strada, è un dovere. Il Napoli ci ha insegnato che andare oltre le care vecchie certezze, per compiere scelte coraggiose competenti, è la stella cometa: addio a Insigne, MertensKoulibaly, e scudetto al primo colpo. Viene sempre prima il club, le sue strategie, poi gli uomini. Si può rinunciare a chiunque, se c'è un progetto valido. Roma e Lazio, ad esempio, cominciano a fare i conti con l'idea di dover affrontare rinunce dolorose. Per questioni di motivazioni, di ambizioni divergenti o di età; nomi come quelli di MourinhoMilinkovic, o di Immobile, faranno rumore per forza. Ma l'importante sarà rilanciare con lucidità, il segreto sta lì. Mourinho in fondo ha iniziato a diventare l'ex allenatore della Roma lo scorso settembre, quando il club stipulò con I'Uefa il settlement agreement: di fatto, le manette sul mercato. Non un regime sostenibile per José, e non era nemmeno nei patti: logico che lui abbia avviato la exit strategy, mai così chiara come di recente. Ma certo anche Friedkin ha fatto a suo tempo le proprie valutazioni, quindi avrà già in mano il nuovo allenatore. E anzi siamo curiosi di conoscere il nome del prossimo tecnico: magari sarà un'altra scelta spettacolare, e migliorerà la Roma, perché no. Riteniamo Mourinho l'allenatore più rappresentativo del XXI secolo insieme a Guardiola e Ancelotti. Anche a Roma, dove ha mostrato molti segni dell'antica classe con una squadra non alla sua altezza sul piano tecnico, ha polarizzato i cuori: feroci odiatori e appassionati seguaci, esagerati entrambi. Con José succede. Ma se la Roma è troppo piccola per lui o lui troppo ingombrante per la Roma, si può vivere anche senza José. Accade ovunque, qui si riuscì persino senza Totti: fu costretto al ritiro, ma un anno dopo la Roma arrivi a due gol da una finale di Champions, e sta per giocare la quarta semifinale europea senza il Capitano.