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Angeliño, tra scatti e cross. L’impresa eccezionale di essere un terzino normale

Angeliño, tra scatti e cross. L’impresa eccezionale di essere un terzino normale - immagine 1
Lo spagnolo è la normalità che finalmente fa la differenza. È chiaro che serviranno delle conferme e già quella di sabato contro l’Inter
Redazione

Non sapendolo, la Roma era nel suo destino. Perché tatuarsi due lupi sulla schiena, se-parati da una croce, non è cosa di tutti i giorni. E soprattutto non per tutti. Ad Angeliño,, 171 centimetri di qualità, sono bastati 58 minuti per convincere tutti come scrive Stefano Carina su Il Messaggero. De Rossi in primis: «Ha un piede magico». E qui, come nel più classico gioco dell’oca, si torna al punto di partenza: un mancino magico per la Magica.  Per carità, niente di trascendentale, un semplice lancio in profondità per El Shaarawy dal quale poi è nato l'angolo del vantaggio di Pellegrini. Sorpresa che ha lasciato spazio all’entusiasmo quando dopo 8 minuti ha crossato dalla sinistra. Una sorta di cometa Halley che ha illuminato la Tevere, abituata spesso e volentieri a vedere il pallone finire nella tribuna opposta, la Monte Mario. E invece no: stavolta la parabola è sembrata disegnata con il compasso, tant'è che è finita sui piedi di Cristante che al volo ha colpito il palo.  Lo spagnolo è la normalità che finalmente fa la differenza. È chiaro che serviranno delle conferme e già quella di sabato contro l’Inter, può essere considerato un esame. La sensazione però di aver finalmente trovato un calciatore di ruolo, capace in futuro di sostituire lo sfortunato Spinazzola (uno che senza gli infortuni, avrebbe potuto regalare molto di più alla Roma e alla Nazionale)

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