Nicolò Zaniolo sta tornando. E' indispensabile per la Roma e per José, lo è stato dal primo giorno, e spera di diventarlo anche per la Nazionale agli spareggi di marzo. Con le coppe è arrivato a 26 presenze in cinque mesi, 4 gol e 5 assist, 1799 minuti. Ora - sottolinea Andrea Sorrentino su 'Il Messaggero' - sprinta e sgomma che è un piacere, è in crescita di autostima, parla spesso nei pre e nei post partita. Ogni partita, un passo avanti. Ci si augura che stia ancora meglio a ridosso di Italia-Macedonia, mancano poco più di otto settimane. Uno Zaniolo finalmente centrato fisicamente, non può non essere un'opportunità anche per la Nazionale. Soprattutto perché è saltato Chiesa. A marzo dipenderà dalle lune di Berardi, può anche sostituire Insigne, che ha certificato il suo declino ad alti livelli scegliendosi una casetta in Canadà.
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Aggrappati a Zaniolo
Mourinho lo ha rimesso in piedi atleticamente e moralmente. Ora Mancini gli chiede di diventare decisivo anche per l'Italia
Intanto la missione per la Macedonia è partita ieri coi 35 convocati per lo stage azzurro da domani a venerdì, in cui c'è ovviamente Zaniolo, ci sono il redivivo Balotelli, il laziale Zaccagni e il romanista Mancini, non c'è l'infortunato Lorenzo Pellegrini ma sette volti nuovi più lo zoccolo duro dei campioni d'Europa in carica. Uno Zaniolo in forma sarebbe utilissimo, visto che in questa serie A di italiani nelle classifiche dei marcatori e degli assist ce ne sono pochi. Dipende tutto da lui, ed è interessante l'intreccio tra Mourinho e il ct azzurro. A inizio 2008, da allenatore dell'Inter, Mancini capì che Moratti aveva già sondato Mourinho per la stagione successiva, e ne nacque un finimondo: il Mancio annunciò a marzo il suo addio per giugno, a scudetto ancora da conquistare, e che infatti arpionò solo all'ultima giornata sulla Roma di Spalletti. Poi lasciò l'Inter a José, e con Moratti finì a carte bollate. Quell'antica ferita non è mai davvero guarita, e con Mourinho una certa freddezza è rimasta.
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