Friedkin ci riprova. I numeri non cambiano, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Sono le condizioni apparentemente ad essere diverse: 490 milioni (ai quali poi aggiungerne altri 85 nelle casse del club come aumento di capitale riservato) ma con l’esborso tutto cash e senza condizioni. Dieci giorni di tempo per valutare la nuova proposta. Sono questi i parametri del nuovo assalto.
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Adesso Friedkin forza la mano per spingere Pallotta all’addio
Il magnate texano propone l’esborso tutto cash e senza condizioni. Dieci giorni di tempo per Pallotta accettare o meno l'offerta
I dubbi che possa andare in porto esistono e off record vengono avanzati anche dalle persone che gravitano vicino al dossier. Il problema infatti non è tanto nelle modalità della proposta ma sul quantum. Pallotta (per ora) ritiene i 490 milioni (defalcati dagli ulteriori 85 poi destinati al club) non sufficienti. E ora, alla luce di quanto sta accadendo sul versante stadio, il suo intento è quello di resistere. Il motivo è chiaro: ci fosse il via libera a Tor di Valle, l’inevitabile svalutazione alla quale è andata incontro la società nel post-Covid verrebbe azzerata e la quotazione del club tornerebbe a lievitare.
Senza contare che Jim conta di avere a breve delle opzioni sul tavolo: Baldini si sta occupando in prima persona di un gruppo sudamericano mentre Baldissoni - coadiuvato da un esponente di spicco della politica italiana fine anni ‘90 - si sta muovendo sul versante dei paesi arabi. È chiaro che così facendo Pallotta si sottopone a grandi rischi. Perché se è vero che il Decreto Liquidità ha permesso a lui e ai suoi soci di posticipare il completamento dell’aumento di capitale al 31 dicembre, è altrettanto chiaro che i 42 milioni che mancano per arrivare a quota 150 non bastano.
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