(Il Romanista - D.Giannini) - Chissà, magari se non si fosse tuffato di testa ad anticipare il piedone di Lucio, la storia della Roma sarebbe cambiata. Perché quel giorno, il 25 settembre scorso, in tribuna in occasione della partita con l’Inter c’era un signore americano dal cognome italianissimo che nessuno all’epoca conosceva.
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Vucinic, è la tua partita
(Il Romanista – D.Giannini) – Chissà, magari se non si fosse tuffato di testa ad anticipare il piedone di Lucio, la storia della Roma sarebbe cambiata. Perché quel giorno, il 25 settembre scorso, in tribuna in occasione della partita...
Ma che assistette allo spettacolo dell’Olimpico che esplodeva per la rete della vittoria segnata da Mirko Vucinic. Che corse verso la Sud per sfogare tutta la rabbia di un inizio di stagione da dimenticare per la Roma e per lui che era entrato solo pochi minuti prima al posto di Totti. Quel signore in tribuna era Thomas DiBenedetto, quello che dovrebbe diventare a breve il nuovo proprietario della Roma. E allora, magari quella prodezza di Mirko ha contibuito a dare una spinta emotiva all’operazione. Un gol fondamentale anche dal punto di vista strettamente agonistico. Perché da lì la formazione giallorossa ha ricominciato a fare punti (anche se, secondo Ranieri i suoi ragazzi si erano già ritrovati nel turno precedente a Brescia). Da lì è rinato anche Mirko Vucinic, che stasera è chiamato ad una grande prestazione a San Siro per rilanciare immediatamente le ambizioni di scudetto e le convinzioni incrinate dal passo falso contro il Brescia di mercoledì sera. Senza Totti, Ranieri dovrebbe scegliere lui per affiancare Marco Borriello in avanti. Una scelta dal coefficiente di rischio non troppo elevato. Perché da sempre Mirko nella Scala del calcio si esalta. Di più, si accende non appena si trova di fronte una squadra milanese. La rete dell’andata è solo l’ultima di una serie che ci si augura sia ben lontana dall’interrompersi. Il primo centro del “nuovo” genio del Montenegro arrivò il 28 ottobre del 2007, quando di fronte aveva il Milan, la squadra nella quale aveva giocato il “primo” genio, il suo connazionale Savicevic. Mirko in quella serata superò il maestro con un gol che ammutolì lo stadio. Un gol molto simile a quello dello scorso settembre: cross dalla destra, tuffo di testa (stavolta ad anticipare Nesta), palla dentro e tutti a casa. Il bis qualche mese dopo, all’Olimpico, ancora al Milan, la milanese che all’inizio aveva come vittima preferita: 2-1 e altri tre punti. Ad agosto del 2008, ecco arrivare il primo guizzo contro l’avversaria di stasera, l’Inter. E’ il giorno della Supercoppa e lui riapre il discorso quando questo sembra già chiuso. Segna il 2-2 al novantesimo, poi anche il primo rigore della serie, ma non basta a portare a casa il trofeo. Si rifarà presto. Dopo una doppietta al Milan nel gennaio del 2009 (2- 2 il risultato finale), nel novembre dello stesso anno ecco un’altra magia: lancio dalla trequarti, una palla che di solito è roba per i difensori. Non stavolta perché Mirko vola in cielo e di testa supera prima Lucio (ancora lui) e poi Julio Cesar. Le stesse “vittime” del 25 settembre scorso nel match d’andata. Stasera Mirko ci riprova, per ripartire a caccia del Milan, per far impazzire di nuovo tutti i romanisti. Pure quelli a stelle e strisce
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