rassegna stampa roma

Una Roma da rifondare

(Il Messaggero – M.Ferretti) La Roma affonda in casa contro il Palermo, due a tre, e con tutta probabilità deve dire addio ai sogni di quarto posto, quindi di Champions League nella prossima stagione.

Redazione

(Il Messaggero - M.Ferretti) La Roma affonda in casa contro il Palermo, due a tre, e con tutta probabilità deve dire addio ai sogni di quarto posto, quindi di Champions League nella prossima stagione.

Una pessima notizia per Thomas Richard DiBenedetto, nuovo proprietario/presidente giallorosso. Se mai, l’imprenditore di Boston si sarà convinto ancor più che quella attuale è una Roma da rifondare con tanti, troppi giocatori che non meritano più di far parte del club giallorosso. Troppa gente sopravvalutata; troppi presunti campioni; troppi modesti professionisti che si sentono fenomeni e si comportano di conseguenza. Una Roma che ha bisogno di essere ricostruita in tutti i reparti. C’è necessità di fare piazza pulita, non è più il caso di rinviare il discorso. Il compito che attende i nuovi dirigenti a giudicare da quello che si è visto ieri sera all’Olimpico è molto complesso ma non è più rinviabile: non si può continuare a vivere su ipotesi di campioni o con gente praticamente alla frutta. E il pubblico dell’Olimpico, a fine gara l’ha fatto chiaramente intendere a suon di fischi. La sconfitta maturata contro il Palermo è figlia anche/soprattutto degli errori sotto porta, taluni incredibili ma veri, firmati da un paio di giocatori di Vincenzo Montella.

E di una squadra che in fase difensiva non sa reggere neppure un urto modesto. La Roma, anche se a ritmi blandi, ha fatto più del Palermo la partita ma dopo aver fallito occasioni a dir poco clamorose, è stata infilata due volte da Hernandez, complice una difesa molto distratta. Un film già visto. Troppe volte. Alla Roma non è bastato andare in vantaggio nel primo tempo con Totti, bravo a realizzare il calcio di rigore (204 reti, Baggio a meno 1) concesso dall’incertissimo Romeo per una trattenuta di Bacinovic ai danni di Menez. Il Palermo prima ha pareggiato dal dischetto con Pinilla (rigore molto generoso), poi - nella ripresa - si è difeso e salvato e infine ha colpito, con la Roma che è rimasta a guardare impotente le giocate degli uomini di Delio Rossi. Vucinic, che era subentrato a Rosi, ha segnato in pienissimo recupero la seconda, inutile rete romanista ma in precedenza aveva sbagliato il gol del secondo vantaggio tirando alto da due metri con la porta spalancata su assist di Menez.

Ci si chiede che cosa possa passare nella testa di Vucinic, perché non si può entrare in campo in quel modo, cioè apparentemente molto distaccato, e poi collezionare brutte figure a raffica. Il gol che ha sbagliato sull’unoauno resterà probabilmente nella galleria degli orrori della storia della Roma. E Menez? Il francese è stato (ancora una volta) protagonista di una prova per certi versi sconcertante: prima del rigore di Totti s’era mangiato due gol in maniera banale e all’inizio della ripresa se n’è pappato pure un altro, calciando a lato dopo essersi trovato a tu per tu con Sirigu. Nonostante la fiducia ancora una volta ricevuta da Montella, Menez ha fallito l’ennesima occasione per smentire tutti coloro che lo considerano un mezzo giocatore. Del resto, non si può fare un quarto di cosa bella a partita se si vuole giocare in una squadra che ha ambizioni di primato.

Montella ha cominciato con il consueto 4-2-3-1 trovando immediatamente risposte negative da Rosi, impiegato come esterno alto a destra (Taddei dall’altra parte). Poi, vista la situazione non positiva, il tecnico ha via via tentato la carta delle tre punte, prima dentro Vucinic poi dentro anche Borriello (al posto di Menez, sulla carta il trequartista) per segnare il secondo gol, ma la squadra non ha tratto vantaggi da questa nuova situazione tattica; anzi, si è esposta troppo in avanti e ha dato campo agli avversari che nel finale hanno colpito due volte di rimessa. Il Palermo, così, si porta a casa tre punti e non può fare a meno di ringraziare una Roma che adesso, per dare un senso minimo alla propria stagione, deve tentare di assicurarsi la Coppa Italia, cominciando a dare un segnale importante già martedì sera. Poi, al di là di come andranno le cose nel doppio confronto con l’Inter, sarà il momento di pensare al futuro, senza guardare in faccia nessuno.